700 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo VII. condanne antiche degli scritti gesuitici in questione, risalienti al 1631, fu ristampato nel 1643 su comando del clero il giudizio dell’università di Parigi, nell’anno seguente e di nuovo nel 1653 quello dell’assemblea del clero del 1631; nel 1645 l’assemblea del clero fece stampare ancora una volta l’opera di Petrus Aurelius, con un elogio all’autore del vescovo di Grasse, Godeau; corse allora voce per la prima volta, che il libro fosse di St.-Cyran. Troppo tardi si riconobbe, che Petrus Aurelius era un cattivo ausiliario e che gli scritti esaltati con tanto ardore contenevano le dottrine giansenistiche.1 All’assemblea del clero del 1656 non rimase altro, che ripudiare ormai espressamente il libro di Petrus Aurelius e far cancellare la lode, che del suo autore era stata introdotta nella grande compilazione della Gallia christiana,2 Apparve ben presto quale importanza avesse questa profondo malcontento dei vescovi per la lotta imminente sulla frequenza della comunione. Il gesuita Giacomo Nouet, più tardi scrittore ascetico apprezzato, fu il primo a osare di dichiararsi in sei prediche contro il libro dell’Arnauld, sebbene lo avessero lodato 15 vescovi. Immediatamente egli venne accusato di essersi servito di espressioni ingiuriose contro i 15 prelati; l’assemblea del clero del 1643 si occupò della cosa, e costrinse il Nouet ad una ritrattazione,3 la quale, per verità, oltre l’attestato della sua sottomissione verso i vescovi, non dice altro, se non che egli non si è servito di quelle espressioni. Tuttavia l’assemblea del clero ritenne opportuno di portare a conoscenza dei vescovi della Francia la ritrattazione, nella circolare già menzionata.4 Era venuta fuori, anzi, la proposta di accettare il libro dell’Arnauld con il consenso generale e di condannare invece le prediche del Nouet, escludendo lui stesso da ogni attività pastorale fino a che avesse prestata soddisfazione.5 Nonostante questo inizio poco incoraggiante, i difensori della dottrina della Chiesa non si spaventarono. Contro il libro dell;*’ Comunione frequente comparve ben presto tutta una serie di scritti polemici;6 il più importante fra essi è dovuto al « padre della 1 Cfr. (Patouillet) I 135 ss. 2 Cfr. Dupin I 475 ss., 483; Rapin, Hist. 211; Ste.-Beuve 1 319 ss.; i"1' MERVOGEL, Bibliothèque III 814-817, IV 1134 ss. 3 A un AULÌ), Œuvres XXVIII 618. 4 Del 29 novembre 1643, ivi 613 ss. , . ft 5 Ivi 605. Le prediche del Nouet vengono chiamate ivi « téuiéran' ^ présomptueux, remplis d’ignorances, faussetés, calomnies, impostures,. emer à renverser les plus saintes maximes de l’Evangile, à fonder ¡’hypocrisie* » le schisme » etc. Il De Meter (249) non si è accorto, che si tratta qui sU di una proposta non accettata. t qi_300, c Arnaijld, Œuvres XXVI ixxn ss.; De Meter 251-268, ->!l 315-322.