190 Gregorio XV. 1621-1623. Capitolo IV. sazioni avviate fra l’imperatore ed il Palatino per una riconciliazione, a mezzo della governatrice dei Paesi Bassi, non strappassero ancora all’ultimo momento al papa il tesoro prezioso.1 In Heidelberg, ove Allacci giunse il 13 dicembre 1622, nonostante la fredda stagione non risparmiò alcuna fatica per preparare al trasporto la Palatina, che era collocata nelle due gallerie superiori sovrastanti alle navate laterali della chiesa dello Spirito Santo.2 iTello stesso tempo raccolse anche tutti gli altri manoscritti che potè. Tilly gli permise di prenderne anche da una biblioteca privata del conte Palatino che trovavasi nel Castello. Con la mediazione del governatore, Allacci ottenne manoscritti anche dalla biblioteca della città e dal collegio della Sapienza. In tal modo mise assieme tremilacinquecento codici, a cui s’aggiunsero cinquemila libri stampati.3 Quando finalmente furono pronti i carri e cavalli occorrenti, Allacci, il 4 febbraio 1623, si mise in cammino con cinquanta carri da trasporto, scortati da moschettieri bavaresi, contenenti centonovantasei casse di libri e manoscritti.4 Superando molti pericoli e traversie di ogni specie e passando da Monaco, giunse finalmente col suo carico sano e salvo a Roma. 5 1L’« Ex libris », ohe 'Massimiliano fece fare da Raffaele Sadeler di Monaco (+ 1628) per i libri e manoscritti provenienti da Heidelberg è riprodotto e illustrato diffusamente dal conte Leiningen-Westernburg in Ex libris, Zeitsehr. für Bücherzeichen 1892, 12. 2 Non in coro, come Wilken e molti dopo di lui; vedi Mitteil, des Heidelberger Schlossvereins 1868, 6 s. 3 Cfr. Zangemeister nella Westdeutsch. Zeitschr. XIV 359 s., e Archivai. Zeitschr. N. S. II (1891) 315 s. 4 Cfr. Stevenson in Omaggio d. Bibi. Vatic. nel giubileo episc. di Leone XIII (Roma) 1893. Le spese importarono secondo un conto dell’A r c h i v i o di Stato in Roma 5877 scudi. 6 Allacci ha descritto tutto il trasporto in una ampia relazione (pubblicata da Bähr in Heidelberger Jahrbüchern 1872, 486 s., e un’altra volta da Beltrami nella Biv. Europ. Ann. XIII, vol. XXVIII, Firenze 1882, 1 s.; cfr. anche la lettera di Allacci del 3 febbraio 1623 in Zentralblatt für Bibliothekswesen Vili 123 s., e C. Mazzi loc. cit.). Gregorio XV non potè provare il piacere di vedere coi propri occhi la Palatina. La sua morte avvenuta 1*8 luglio 1623 - la Palatina giunse in Roma alla fine del mese — gli risparmiò anche il dolore di vedere come della Palatina non si facesse in favore della scienza e dell’arte quell’ampio uso ch’egli ebbe di mira nel suo acquisto. Cfr. Hist.-polit. Blätter XIV 335. Colà è anche detto assai giustamente (p. 333 s.), che, per quanto ogni Tedesco debba deplorare la perdita della biblioteca, la scienza tedesca ha però ogni motivo di esser lieta del suo trasferimento; poiché altrimenti sarebbe certo andata in rovina quando i Francesi devastarono il Palatinato. Su ciò tutti i partiti sono oggi d’accordo (cfr. il giudizio di Höflbr in Hist. Jahrb. Vili 43; Neudegger nell’Archivai Zeitschr. N. S. II 323 e Kochendörffer in Berlin. Deutsch. Literaturzeitung 1887 1363). Höfler fa anche notare che se la biblioteca fosse rimasta a Monaco, se la sarebbe portata via sicuramente il re di Svezia (Cfr. A. Hessel, Gesch. der Bibliotheken, Göttingen 1925, 74); il Palatino non