496 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo V. Il corso degli avvenimenti, che danneggiava in molti luoghi nel modo più sensibile gl’interessi dei cattolici tedeschi, aggravava ancora più il dolore e le preoccupazioni cagionate al papa dalla continuazione della guerra sanguinosa. A ciò si aggiungeva l’ansia continua per il timore di un’offensiva turca. Per quanto triste fosse la situazione, Urbano Vili continuò ad adoperarsi per giungere mediante un armistizio alla fine della terribile lotta. Il 20 gin gno 1638, aveva diretto a tutti i principi guerreggianti ed ai loro ministri nuove esortazioni di pace, che egli ripetè il 18 dicembre.1 Nel gennaio del 1639 si rivolse nuovamente alla Francia,2 ma la sua voce si disperse senza effetto. Il Cardinal legato Ginetti si vedeva condannato a Colonia alla più completa inazione, e siccome non era pari al suo compito, desiderava ardentemente il suo richiamo.E Non è però che egli avesse colpa del fallimento del congresso, colpa che risale specialmente alla Francia, la quale era sempre dominata dalla sua vecchia diffidenza verso la Spagna.4 1 I * Brevi 20 giugno 1637 «ut omnia nitantur, quae publicam concoi-diam renovare possint » a Ferdinando II, ai re di Francia e Spagna, a Rii'lielieu. Olivares, ed anche al duca di Savoia, in Epist. XI1I-XIV, A r c bivio s e -greto pontificio. Ivi XV-XVI i * Brevi del 18 dicembre agli stessi. 2 * Brevi a Luigi XIII del 6 gennaio 1639, Archivio segreto pontificio. 3 Vedi « * Breve relatione delle difficoltà frapposte nel radunare il congresso in Colonia avanti il card. Ginetti 1637, 1638 e 1639 » in Cod. Q. II. pp. 73-98 Chit/i, Biblioteca Vaticana e Cod. XI, G. 34, p. 231 s. della Biblioteca nazionale in Napoli. La copia della B i • blioteca di Stoccolma (Hist. ita!., n. 14, p. 83) nomina come autore l'abbate Dom. Salvetti, così anche la copia in Barò. LVI 83, Biblioteca Vaticana. 4 Ranke (Pàpste II6 372) vorrebbe attribuire la colpa all’istruzione ilei Ginetti che gli avrebbe « legate le mani proprio nei punti più importanti di cui si trattava e che erano decisivi »; (v. sopra p. 484, n. 2); come tali ef 1 qualifica la restituzione del Palatinato, il rilascio definitivo dei beni ecclesia stici rapiti e la pace con l’Olanda e con la Svezia. Solo chi misconosca 1 esse«/ ' del papato può scandalizzarsi che la Santa Sede abbia insistito sul suo veccW" punto di vista e abbia tenuto alti i diritti della Chiesa; Vedi Hergenkótiih Kirche und Staat 714. Che le difficoltà contro il congresso di Colonia proveiH' sero principalmente dalla Francia, era anche l’opinione di una congrega2111"1 di cardinali che si radunò innanzi al papa il 19 gennaio 1639. (V. il protoco " nell’A r c li i v i o di Foligno, dal 1921 nel’A r c h i v i o segtf1’ pontificio. Misceli. 4196). Anche Leman giudica che il congresso di ( 1 ' nia fece naufragio per causa della Francia. (Vedi Bev. d'hist. ecclés..XIX [ 1 ‘L’’ 383). Confronta anche l’opinione di Massimiliano di Baviera nella sua letti' a Ferdinando .III del 16 aprile 1638 in Riezler V 519. Giusto è soltanto i Ginetti, per mancante «intelligenza intorno agli affari del mondo », come ' "' Pallavicini (Alessandro VII I 88 s.), non si mostrò pari al suo difficile con1!’" C’è invero un testimonio non sospetto, P. Benesse, il quale lamenta clu >■ cardinale spesso non abbia letto fino in fondo gli scritti che riguardi'| i suoi affari e deplora inoltre la sua taccagneria (Ginetti riceveva del resto mila scudi d’oro mensili invece delle usuali lire 1500) e altri errori nel i1