538 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo VI. sconosciuto come lo stampatore, mirava a dimostrare che l’antica devozione dei Francesi verso la Santa Sede era diminuita, che si coltivava il piano di erigere in Francia un patriarcato, e che si era alla vigilia di uno scisma, che sarebbe stato molto simile a quello inglese. Si richiamava l’attenzione dei vescovi su questo pericolo e li si esortava a prendere dei provvedimenti. L’autore toglieva le prove della fondatezza di questi timori non solo dal libro dei due Dii Puy, ma anche da recentissime pubblicazioni contro la Santa Sede, fra le quali venivano specialmente indicate, e la deliberazione del parlamento circa la validità del matrimonio del duca di Orléans, e la proposta per l’abolizione delle annate. Anche il contegno del D’Estrées in Roma vi veniva lumeggiato diffusamente. Nessuno poteva mettere ili dubbio che l’opuscolo fosse diretto contro l’atteggiamento e i progetti di Richelieu. L’im-pressiom che fece fu perciò grandissima. Il libro venne letto avidamente dappertutto, specialmente a Parigi.1 Richelieu, che dovette vedersi troppo chiaramente colpito, prese immediatamente delle contro misure. Una deliberazione del parlamento del 23 marzo ordinò che il libro venisse bruciato pubblicamene per mano del boia.2 Non contento ancora di ciò, Richelieu f<'" si che i vescovi radunati il 28 marzo a Parigi, sotto la presidenza dell’arcivescovo Giovanni Francesco De Gondi, condannassero il libro come falso, scandaloso, offensivo, perturbatori' dell quiete e negatore della debita obbedienza al re, e ne interdicessero la lettura ai sacerdoti.3 Ancora nello stesso giorno "" ciarono a questa condanna 16 arcivescovi e vescovi che si trovavano a Parigi.4 Data la larga diffusione che aveva trovato quel grido d’;ill irm1 egli credette necessario di controbattere il pericoloso attacco and < con altre pubblicazioni. Per mezzo dell’arcivescovo di Bordea»' Enrico De Sourdis, che gli era devoto, si rivolse anzitutto all et dito dottore della Sorbona Hallier. Questi però, essendo un fede1 fautore di Roma, si rifiutò di giustificare i fatti che nel u 1,1 1 « * Durante le differenze con Roma, la mattina di san G-regoi»'^. 1640, si trovorono nella maggior parte delle chiese e palazzi di Parigi libretti stampati, gettativi da persone sconosciute. Il titolo era: «Optati de cavendo schismate ad primates, archiepiscopos et episcopos ». . faceva la descrittione di vari abusi della chiesa Gallicana, dovendosi gn-ciascheduno dal pericolo d'un scisma che stimava sì vicino per i disegni tione d’un patriarcato nel regno ». Relatione Scotti, Archivio seg pontificio. 2 Cfr. Avenel VII 256. 3 Vedi Fouqueray V 413. 4 Vedi D’Apgentré III 2, 244.