124 Gregorio XV. 1621 1623. Capitolo III. Oìià nella prima discussione Perrot propose che la Camera ricevesse in una cerimonia comune la f'ena protestante, affinchè non si celasse nel suo seno qualche cattolico clandestino. La proposta venne applaudita e diede la stura ad una serqua di attacchi ingiuriosi contro i cattolici. Si affermava ch’essi, alla notizia «Iella sconfitta di Federico del Palatinato, avevano accesi fuochi di gioia, che tenevano in Londra numerose riunioni e che forse proprio mentre si discuteva tramavano una nuova congiura delle Polveri.1 Si reclamavano leggi più aspre contro chi ricusava il giuramento.2 Ma Giacomo I non voleva incamminarsi per questa via. Le leggi, rispose egli,3 sono più che sufficienti, nè gli permetteva il suo temperamento di essere severo in questioni di coscienza. Frequenti erano le preghiere che gli venivano rivolte, onde intervenisse presso principi stranieri in favore dei protestanti dei loro paesi. Come potrebbe chieder ciò se nel proprio paese opprimesse i cattolici? Il parlamento non fece buon viso ad una tale risposta, e si diceva che se le leggi finanziarie non fossero già state approvate, ora non sarebbero più (lassate.4 Del conflitto fra Giacomo e il parlamento l’opinione pubblica non s’era finora gran che interessata, tanto che era raro il caso che si dovesse infliggere delle pene per manifestazioni politiche ostili. Ma le cose avevano cambiato, da quando il genero del re, per colpa, come si credeva, degli Spagnuoli, doveva battersi per il suo paese e per il suo trono. L’odio contro il nemico del Mezzogiorno trovava nel popolo nuovo alimento, mentre il re, per riguardo alla sperata nuora, credeva di dover proteggere la Spagna.5 Un predicatore di Londra per nome Everard finì in prigione, perchè s’era scagliato contro le crudeltà degli Spagnuoli nelle Indie. Al suo collega Ward di Ipswich toccò la stessa sorte e fu inibito di salire più oltre il pergamo, perchè aveva fatta grande impressione con un suo disegno, nel quale si vedeva il papa coi suoi cardinali in confabulazione col re di Spagna e col diavolo, e sui lati i resti della grande Armada e la scoperta della congiura delle Polveri.6 Una volta, mentre l’ambasciatore spagnuolo passava nella sua lettiga per la via Fenchurch, un garzone impertinente si pose a gridare: «Ecco il diavolo in un carro di letame». Un servitore dell’ambasciatore che fece atto di minaccia contro la plebaglia venne buttato con un pugno nella gora della via. I colpevoli furono puniti colla pena delle vergate e il re mantenne tale con- 1 Gardiner 28. * Ivi 30. 5 II 17 febbraio 1621, ivi 34. 4 Ivi. ‘Ivi 117. • Ivi 118.