265 mo appena con tutta 1’ industria suggerita dal bisogno e dal caso, tener gli occhi aperti sino alla fine; fatica ed industria che tutte le persone non furono abili ad usare, onde molte lasciarono lo spettacolo prima che lo spettacolo lasciasse loro. La quale narcotica influenza non si vuol già attribuire nè all’ aria, nè alla terra, nè a nessun’ altra naturale cagione; bensì al maestro Donizetti il quale di questa Parisina ha Fatto, veramente com’ei non suole, una musica che non ha una sola favilla d’ estro, nè una sola cantilena che per poco lusinghi con qualche piacere o novità gli orecchi. E ne fu anche domandato perchè questa tal musica eh’ era già stata così giudicata e a Milano ed a Padova, si volesse pur qui riprodurre* e noi abbiamo risposto: sic fata voluere. E veramente è un peccato che questa Parisina sia dal lato della musica sì zoppa, quand’ è sì diritta ed intera da quel della poesia. Non dubitiam d’ affermare che quanto a bellezza d’immagini e di comparazioni, quanto a studio di verso, e a naturalezza e forza di dialogo, eli’ è fra’ più bei lavori del nostro confratello Romani, benché non se ne possa e-gualmente lodare la favola. Parisina è presa d’un altr’ uomo che non è il marito, ed ha faccia non solo di palesarlo, ma di asseverarlo, di vantarsene quasi sul viso all’ infelice marito, quando