946 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo XII. tuttavia si protrassero ancora per anni.1 Alla fine del 1636 un incidente minacciò di mettere in forse tutto il piano. Un crepaccio nella cupola di S. Pietro fece sorgere la diceria, che l’opera meravigliosa sarebbe caduta. Poiché il Bernini, a causa del favore straordinario di cui godeva presso Urbano Vili, aveva molti avversari gelosi, questi sparsero contro di lui il sospetto, ch’egli avesse cagionato il crepaccio per avere scavato troppo intorno ai pilastri della cupola, in modo da togliere ad essi la capacità di sostegno sufficiente. Libelli ingiuriosi descrissero il pericolo della cupola a colori così vivi, che tutta la città se ne commosse. Qual promotore delle propalazioni viene nominato un nemico mortale del Bernini, Ferrante Carli. Di fronte a questa tempesta, il maestro conservò la sua piena calma; egli compose anzi una commedia, in cui si prendeva spasso delle voci correnti. Allorché, però, durante il carnevale si preparò contro di lui un nuovo attacco, si rivolse al cardinale Barberini, che ne prese le parti con successo. Poiché, inoltre, si vide che il crepaccio non aveva nessun seguito, il Bernini tornò ben presto pienamente padrone della situazione.1 Nell’aprile 1638 furono terminate le loggie, nel luglio poterono esservi depositate le reliquie.3 Dalle nicchie inferiori per le statue colossali, ornate di alabastro, ed i cui archi hanno lo stemma di Urbano Vili, con sotto iscrizioni apposite,4 una scala porta in basso alle cappelle a grotta dei pilastri della cupola, abbellite a nuovo dal papa.5 Queste, colla loro pianta a semicerchio, fanno la trasposizione delle statue di Longino e di Andrea. Giudizio sulle statue in Riegl 94 s., 108 s.; Brinckmann, Barockskulptur 233 s., 259, 265 s.; L. Dami in Dedalo 1924-25, 130; A. Petronelli, Fr. Mocchi, Piacenza 1926, 14 s.; Cecchelli 26; Bohn 18, 62; Benkard 11 s.; Knapp, Ital. Flastik (1925) 127 s. 1 La statua ultima, quella della Veronica, secondo il Diario citato dal Frasciietti (74, n. 2), venne scoperta solo 1’11 novembre 1640. Secondo 1’* Avviso del 10 novembre 1640 (Avvisi 90 nell’A r c b. i v i o segreto pontificio) Urbano Vili esaminò immediatamente la statua, « opera del s. Pr. Mocchi scultore Fiorentino, stimata di tutta eccellenza dalli periti dell’arte ». 2 Vedi le relazioni degli inviati estensi del 1636, 1637 e 1638 in Fraschetti 70 s. e V*Avviso del 24 gennaio 1637 in Frey, Barockarchitektur 7. Sul Bernini «comediografo» cfr. Fanfulla della Domenica 1890, Nr. 19; sul Bernini «caricaturista» vedi L'Arte IX (1906) 205. 3 Vedi Frasciietti 72 s. * Vedi Mignanti II 95; Forcella VI 148; Munoz, S. Pietro, tav. 18-Lo stemma sotto la balaustra della Loggia di S. Andrea è, secondo un mandato di pagamento, opera del Bernini; vedi Munoz nella Rassegna d'arte 1919, 108. Cfr. Hempel 13. 6 * « Fabricò parimente quattro cappelle nella parte inferiore sotterranea dei medesimi pilastroni, chiamata le Grotte, e vi fondò otto cappellanie, chiamate Barberine, facendole di Ius patronato di casa Barberina, e dotandole di buone entrate per la celebratione delle messe quotidiane e pel mantenimento delle suppellettili sacre, alle quali cappellanie gli heredi aggiunsero poi l;ì