La persecuzione dei cattolici in Inghilterra (1626). 819 dell'inviato francese si affollavano la domenica schiere di cattolici di Londra. Il re quindi comandò di arrestare il 26 febbraio 1626 quanti inglesi lasciavano la cappella. I servitori dell’inviato non assistettero in pace alla cosa; nella zuffa seguitane furono feriti due uomini, e la plebaglia faceva mostra di volersi immischiare, allorché il vescovo .di Durham riuscì ancora a metter pace. Naturalmente l'inviato s’indignò per questo fatto che fu da lui qualificato un’offesa al diritto delle genti.1 Se Carlo I nella sua misura contro i frequentatori della cappella dell’ambasciata francese fu presumibilmente guidato dall’intento di mostrarsi buon protestante, lo stesso motivo può aver provocato 10 sfruttamento di un altro incidente nel 1628. Una casa appartata presso Londra, proprietà del conte di Shrev/sbury, serviva ai Gesuiti per ritemprare di tanto in tanto, nel ritiro e nella solitudine. lo spirito della propria vocazione sacerdotale. Una provvista straordinariamente copiosa in fatto di mezzi di sussistenza dette Bell’occhio, e dieci gesuiti in un colpo caddero nelle mani dei birri. Nelle loro carte non si trovò nulla di compromettente; venne quindi falsificata una lettera per provare l’esistenza di una cospirazione gesuitica diretta allo scopo di seminare zizzania fra il Parlamento e 11 Buckingham. Si cercò di spaventare il Parlamento colla rivelazione, che ad un solo miglio di distanza un altro parlamento di Gesuiti ordisse congiure. Tuttavia la Camera dei Comuni dette poca importanza alla comunicazione.2 Ma l’anno seguente l’affare ebbe un seguito. Venne lamentato in Parlamento, che dei dieci ,;esuiti arrestati uno solo fosse stato condannato, e questo avesse lvuto la grazia, mentre gli altri nove su comando del re erano stati messi in libertà dietro malleveria. Agli occhi del Parlamento questa mitezza costituiva un gran delitto contro il protestantesimo. Tuttavia gli oratori scaricarono ogni colpa dal re sui suoi funzionari, *' la cosa fini per arenarsi.3 La persecuzione dei cattolici riuscì naturalmente gravosa al l,l()re della giovane regina. Essa aveva acconsentito al matrimonio C°1 principe protestante nella speranza di poter con esso procac-''are ai suoi correligionari la libertà religiosa; ed ora le toccava 'e(lere, che gli accordi relativi erano trattati come inesistenti. Ciò ’l(in favorì l’armonia già di per sé non troppo grande, fra i coniugi ‘t :l*i- il re, però, attribuì questa situazione spiacevole all’ambiente 'aneese intorno ad Enrichetta Maria, e procedette quindi a una "'•azione ulteriore del contratto matrimoniale, rinviando nel- * 'j-UtDINEK V 142 S. 2 Gardiner VI 238. 3 Ttri "ITT T -T-„ T—v • La lettera falsificata ivi 116-121.