Lotta per il patriarcato di Costantinopoli. 773 che la sua azione fu paralizzata in antecedenza. La cosa riuscì tanto più pregiudizievole, in quanto l’inviato olandese e il rappresentante di Venezia proseguivano a spalleggiare in ogni guisa il Lucaris ed a lavorare per la cacciata dei Gesuiti e di tutti gli ecclesiastici cattolici. La condotta malaccorta del De Marcheville, che disprezzava ostentatamente gli usi orientali, lo portò a conflitti continui col governo. La pazienza della Porta alla fine venne meno, il 2 maggio 1634 essa emanò l’ordine al De Marcheville di lasciare Costantinopoli. La rappresentanza temporanea degli interessi francesi fu data ora al Césy, trattenuto pur sempre a Costantinopoli dai suoi impegni finanziari.1 Nell’ottobre 1633 il Lucaris dovette lasciare per alcuni giorni il suo patriarcato; lo ricoperse poi di nuovo fino al marzo 1634, e dopo una nuova interruzione nell’aprile 1634 fino al marzo 1635.2 Fu ancora Cirillo Contari, che coll’aiuto di Eodolfo Schmid lo fece deportare a Rodi. Il Contari, però, si disgustò i suoi stessi seguaci con la sua arroganza e con diversi passi falsi. Nel giugno 1636 dovette cedere la sua dignità a un insignificante protetto del Lucaris, che tuttavia ben presto la depose di nuovo. Dopo ciò il Lucaris riottenne nel marzo 1637 il suo patriarcato con giubilo dei calvinisti.3 Ma, allorché il Contari bandito a Rodi ricomparve a Costantinopoli, il dominio del Lucaris ebbe fine. Lo Schmid ottenne sussidi dall’imperatore e non ebbe riposo fino a che non ebbe abbattuto il suo avversario. Egli lo accusò presso il Sultano di eccitare i Greci alla rivolta e di avere avuto la mano nella occupazione di Azov da parte dei Cosacchi. Così il Lucaris fu perduto. Egli venne deposto, incarcerato ed il 27 giugno 1638 strangolato. Che i Gesuiti abbiano provocato la morte tragica del loro vecchio avversario, ** una invenzione dei Greci, ulteriormente propagata dagli Ugo-n°tti. In realtà il Lucaris fu la vittima di un complotto ordito dal * ontari, da una pascià di nome Bayram e dal prete greco Lamerno.4 I>opo la morte del Lucaris la reazione contro le sue tendenze5 s| manifestò completa. Un sinodo a Costantinopoli condannò nel 'Cttembre 1638 la sua persona e le sue dottrine. Il Contari sottoscrisse in presenza di Rodolfo Schmid e del vicario patriarcale 1 Vedi ivi 346 s., 351. Vedi Emebeau, loc. cit. 1006 s. 1 Vedi Emereau 1007. Una * Relazione di Costantinopoli dell’anno 1637 1 "aolo Vecchia nel Barb. 5192, Biblioteca vaticana. * Cfr. V. Semnoz in Échos d’Orient VI (1903), 97 s. . 1 Delle tre confutazioni della sua Oonjessio apparse ancora in vita del ^aris, quella dell’arcivescovo d’Iconio, I. M. Cariophyllis, è dedicata ad oano Vili: Censura Confessionis fidei seu potius perfidine Calvinianae, qwae ,'"l'ne Gyrilli patriarchae Constant, edita circ-umfertur, Romae 1031. Cfr. Le-^ AND 1 288. Uno * scritto composto dall’armeno Tilenus sulla Confessio del Ucai'is è nel Barb. 3506, Biblioteca Vaticana.