868 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo XI. del Pantheon ed una porta antica di S. Adriano, ciò che suggerì all’archiatro del papa, Giulio Mancini, l’epigramma divenuto fumoso: « Quod non fecerunt Barbari, fecerunt Barberini a.1 Già nel 1625 e 1626, le provvigioni d’armi accumulate in Castel S. Angelo erano assai considerevoli per quel tempo.2 Caratteristico per le inclinazioni militari di Urbano Vili fu l’aver fatto costruire sotto la Biblioteca Vaticana un arsenale contenente armi a mano per un esercito di 28.000 uomini;3 esso venne celebrato con una medaglia speciale e passò per una delle meraviglie di Koma.4 Nel 1631 furono acquistate armi per 100.000 scudi dalla nepote ed erede del duca di Urbino.5 I diplomatici avevano scoperto ben presto, che non potevano dir nulla al papa di più gradito, che fargli le lodi di questi apprestamenti militari.6 Spesso Urbano medesimo portava il discorso su questo argomento. Nel gennaio 1625 egli diceva all’inviato veneziano, Pietro Contarmi, che lo Stato della Chiesa era assai ricco di uomini atti alle armi; 15.000 uomini sarebbero stati subito pronti a una chiamata; armi non ne mancavano, si erano spesi da poco per esse 15.000 scudi; le fortezze trascurate venivano poste in buone condizioni e si migliorava la marina militare: egli intendeva portare il numero delle sue galere a dodici e metter fine all’impiego temporaneo precedentemente fattone a scopi commerciali.7 Nel 1628 Urbano Vili diceva all’inviato di 1 Vedi gli * Avvisi del 23 agosto (dono per la fonditura di 60 cannoni) e 20 settembre 1625 (Giulio Mancini, « medico secreto del papa, disse, motteggiando, che quello che non hanno fatto i Barbari, facevano i Barberini »), JJrb. 1095, Biblioteca Vaticana. Ivi 1097 * Avviso del 22 luglio 1627 su 80 nuovi cannoni di bronzo, i quali furono portati a Castel S. Angelo, donde vennero allontanati i più piccoli per fonderli. 2 Vedi Cerasoli in Studi e docum. XIV 59 s., il quale comunica l’inventario dal Cod. Barb. 6310. 3 Vedi Forcella VI 148, 153; Taja 487 s.; Ehrle, Maggi-Mascardi 10; Schudt, Mancini 50; Nani 23; Martinori 74. È un errore quel che dice il Ranke (II8 352), che i locali della Biblioteca Vaticana siano stati destinati ad arsenale. L’Armeria, posta sotto la Biblioteca, serve adesso come fabbrica dei mosaici; all’ingresso c’è ancora il bello stemma di Urbano Vili. 1 La dicitura del disegno a penna del * piano nel Barb. 4409, n. 33 (B »-blioteca Vaticana) è la seguente: « Armeria posta sotto la libreria Vaticana, cosa unica al mondo, fatta d’ordine di N. S. per sicurezza di Roma e d’Italia, dove da diverse parti del mondo vengono principi a vederla Ivi n. 35: «Porta d’Armeria fuori» coll’iscrizione; n. 36: «Parte di dentro della Armeria»; n. 37: «Prospetto della Armeria». Giovanni Evelyn, che nel 1644 visitò Roma, dice nel suo Diary (129): «I hardly believe any princf in Europe is able to shew a more compleately furnish’d library of Mars f"r thè quality and quantity ». 6 Vedi * Avviso del 9 agosto 1631, Ottob. 3338 II, Biblioteca Vaticana. 6 Vedi Nani 23. 7 Vedila relazione dell’ll gennaio 1625 (Archivio di Stato 'I' Venezia), tradotta in Brosch I 396.