Introduzione. 19 Mentre su questo punto vi è consenso unanime fra gli storici, le opinioni sono ancor oggi divergenti se Urbano Vili nei torbidi politici ognora crescenti fra le tempeste della guerra dei trent’anni, abbia preso sempre il giusto posto di fronte alle grandi potenze cattoliche fra loro rivaleggianti. Gli va attribuito a colpa di non avere di fatto abbastanza fortemente spiegato la sua influenza su le relazioni di Ttichelieu col protestantesimo, e con i deficenti sussidi finanziari all’imperatore e alla lega, di aver ugualmente danneggiato gli Absburgo come di aver favorito la politica francese ? 1 La luce su queste questioni, cui già dai contemporanei veniva risposto in diverso modo, può venir fatta solo con la particolareggiata descrizione di tutto il suo pontificato. Intanto i recenti studi su alcuni punti hanno già posto in chiaro le linee fondamentali della sua politica, e messo da banda molti falsi apprezzamenti. L’opinione degli spagnuoli che il papa abbia guardato indifferente alla rovina della religione cattolica in Germania, si è dimostrata per calunniosa. Di tutti i nemici che aveva Gustavo Adolfo, Urbano VIII se non fu il più pericoloso, fu certo il più irriconci-liabile. Non ostante le sue simpatie per la Francia egli non è stato d’accordo con le alleanze protestanti di Richelieu; ma anzi, non appena egli è venuto a conoscenza di alleanze di simil genere le ha condannate ed ha cercato scioglierle. Nel 1632 per impedire l’innalzamento di Gustavo Adolfo al trono polacco, egli mise in moto tutti i suoi diplomatici.2 Ugualmente non può venir messo in dubbio, che egli nella piena coscienza dei suoi doveri come padre comune della cristianità abbia cercato tenere un contegno imparziale di fronte alle grandi potenze cattoliche fra loro in rivalità ed abbia cercato portarle alla conciliazione. Non ostante tutti i cattivi esiti, la diplomazia pontificia non si stancò mai di spianar la via a trattative per un compromesso degli interessi fra la Francia e gli Absburgo, e se il filo si spezzava, di riallacciarlo di nuovo.3 Purtroppo la Santa Sede non raccolse per questo ringraziamenti da alcuna parte. Al contrario, poiché il papa ebbe sempre in vista gli conclusione egli ha fatto più male a questa potenza avanzata del papismo di uno stesso sovrano protestante». Degli storici francesi Maynard (IV 2 s.), ha pronunciato un giudizio molto severo su i danni arrecati alla restaurazione cattolica dalla politica macchiavellica del Richelieu. Cfr. anche De Meaux Lutte« relig. II 373 s. e 416. 1 G. Wolf nella sua recensione dell’opera di Leman, JJrbain Vili et la rivaliti de la France et de la maison d'A ut riche de 1631 à 1635 (Lilla 1620) nella Zeitschr. für Kirchengesch. XLIV (1925) 139 s., cosi formulala domanda, rilevando che questo fu il risultato, ma che certo non fu questa la mira di Urbano Vili. ’Cfr. Leman 122s. * Ibid. v-vi. Cfr. le nostre osservazioni in Appendice, nn. 57-60.