Mary Ward, la fondatrice delle Damigelle Inglesi. 613 vita, poiché l’attività a prò degli altri era decisamente ricusata alla donna. Così la nobile signorina divenne conversa nelle Clarisse francesi di Saint Omer, e uscì a raccogliere elemosine per le consorelle. Essa, però riconobbe presto che il posto non era adatto per lei, e che ci sarebbe voluto un chiostro di Clarisse per le Inglesi; sacrificando la sua fortuna, e aiutata dal favore della corte di Bruxelles, riuscì a fondarne uno a Gravelines; ma essa medesima, ehi veniva considerata quale fondatrice in questo, e nelle filiali di Aire, Kouen e Dunkerque,1 si accorse ben presto che il desiderato isolamento dal mondo, in realtà, non era fatto per lei. Essa, fu presa dall’idea di tornare in Inghilterra in vesti secolari, di operare colà in relazioni con altri e far tanto bene quanto potesse. Essa ripetè ancora più volte queste visite in patria; l’arcivescovo anglicano di Canterbury, Abbot, cercò di farla arrestare, perchè la riteneva dannosa per il protestantesimo più di sei Gesuiti.2 Ritornata a Saint Omer, andò ad abitare con cinque compagne venute d’Inghilterra una propria casa, in cui si dette con queste ad una vita rigida, ma anche all’insegnamento della gioventù. Essa era ancora incerta nei particolari sulla forma di vita che intendeva osservare; ma anche a questo proposito le venne luce •' sicurezza, poiché credette d’udire in preghiera il comando di vedere il suo modello nella Compagnia di Gesù, in altre parole •1 ist ituire un equivalente femminile dell’Ordine gesuitico.3 ¡.'impresa assunta così da Mary Ward la pose innanzi a dif-ticlta quasi insormontabili. Vi erano già, in vero, nella Fiandra •Ielle congregazioni femminili per l’istruzione delle fanciulle,4 che popolarmente venivano chiamate Gesuitesse, ma avevano solo importanza locale ed una struttura poco salda; Mary Ward, invece, '•'^‘onava una comunità per tutta la terra, strettamente centratala, e presto sembrò effettivamente che queste « Signorine nulesi » prendessero piede dappertutto. Al primo stabilimento di saint ()mer >se ne aggiunse nei iy 14 un altro in Londra, concepito 'Piale centro per le Sorelle, che dovevano adoperarsi di famiglia 111 Ciniglia a prò della religione cattolica; seguirono fino al 1628 ‘"«dazioni di case a Liegi, Roma, Napoli, Colonia, Treviri, Perugia, 1 Chambers I 198-204. 2 Ivi 407. 3 M. Ward stessa riferisce in proposito, in Chambers I 283. La comunità ""'l si «lette da se medesima il nome di « Gesuitesse »; le consorelle si chia-’"■irono « Matres Anglae, Signorine inglesi » (Kiesch 94). 1 <'osì le Sorelle di sant’Agnese a Douai, Saint Omer, Mons, Valenciennes, Bruxelles e altrove (il vescovo Blaise di Saint Omer in I oley \ II 1255) ,r- 1 iiambkhs I 501 s.); così più tardi le sorelle di Santa Monica (dal 1629) a Bruges (Annuairede VUniversité cath. de Louvain 1913, 459). A Tournai una '•«legazione del genere era stata fondata dal gesuita Mortaigne (.Manaraeus, ' rebus 8oc. Iesu 46).