920 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo XII. lori, che gli fossero consegnati anche gli appunti originali del segretario del concilio, Massarelli. Ma le alte esigenze impostesi dall’Al-ciati, e presumibilmente anche l’incapacità di signoreggiare i vasti materiali, gli impedirono di andare oltre la raccolta di questi; egli morì nel 1651, senza aver redatto la sua storia.1 Ciò non diminuisce il merito di Urbano Vili; la sua condotta smentisce anche l’asserzione, ripetuta fino nei tempi più recenti, che la Curia romana abbia mirato a tener segreti gli atti del concilio di Trento.“ L’interesse del papa per i lavori di storia ebbe un’influenza assai benefica sul fiorire degli studi storici in Roma, ove uomini come l’Ughelli, il Wadding, Andrea Vittorelli, Fioravante Martinelli, Francesco Maria Torrigio e il grande Oderico Ravnald intrapresero opere fondamentali, che assicurano ad essi un nomo duraturo. Urbano Vili vide anche il principio della pubblicazione dell’opera gigantesca degli A età Sanctorum, che si proponeva di narrare criticamente la vita di tutti i santi secondo le fonti più attendibili. I due primi volumi in folio di quest’opera, redatti dal gesuita Giovanni Bollando, comprendenti il mese di gennaio, apparvero ad Anversa nel 1643; gli A età mostrano l’Ordine gesuitico al suo culmine scientifico.3 Cinque anni avanti era comparsa la descrizione della Roma antica e nuova del gesuita Alessandro Donato, dedicata ad Urbano Vili.4 Quest’opera si distingue per la profonda base filologica e la concezione schiettamente storica. Nel primo libro il Donato si diffonde sull’ampiezza, le mura e le porte di Roma, e caratterizza le epoche principali della storia della città; nei due libri seguenti vengono descritti i colli e le valli della città antica, il quarto libro è dedicato ad esaltare la Roma nuova.5 Il nome di Urbano Vili è anche legato con un’altra opera importante, apparsa alla fine del 1634 e a lui dedicata: la Roma sotterranea del giurista maltese Antonio Bosio di cui fu editore l’oratoriano Giovanni Severano. Il Bosio si era dedicato dal 1593 in poi, per la durata di una generazione intera, all’esplorazione della città sotterranea, questa enorme rete, dalle molteplici diramazioni, degli antichi sepolcri cristiani. Mentre prima erano accessibili appena quattro o cinque 1 Cfr. Pallavicini, Storia del concilio di Trento. Introduzione V 6; Eiise'. loc. cit. 305. 2 Così ancora il Ranke (Päpste III6 41*). 3 Giudizio di (t. Voigt nella Hist. Zeitschr. X 19. Cfr. sopra i Bollandoti, sulla base dei cui lavori eseguì i suoi il Mabillon, il fondatore della Diplo- matica, Bernheim, IIist. Methode 131 s.; Les Bollandistes et l'hagiographie. Parigi 1866, e Delehaye, A travers trois siècles, L'œuvre des Bollandistes, Bruxelles 1920. 1 Alex. Donatus, Borna vêtus ac recens, Romae 1638. • Vedi Platner I xxxvn.