270 Urbano Vili. 1623-1044. Capitolo II. situazione politica, assumerebbe un atteggiamento imparziale che lo metterebbe in grado, come capo della Chiesa e padre comune, al di sopra dei partiti, di conservare la pace.1 Tale atteggiamento, di fronte al groviglio degli interessi spesso contradditori delle potenze cattoliche, Austria-Spagna e Francia, sembrava assoluta-mente indispensabile, onde confermare ed accrescere i notevoli successi che la restaurazione cattolica aveva ottenuto sotto il pontificato di Gregorio XV. Esso non era meno necessario pi-rchè il papa potesse attuare l’ardito piano che accarezzava dapprincipio di una guerra ad oltranza contro i Turchi. Quanto Urbano Vili tenesse ai buoni rapporti tanto con la Spagna che con la Francia, è dimostrato dagli autografi che < uli diresse il 7 agosto 1623 a Filippo IV e Luigi XIII. Nel primo < uli riconosce espressamente e con gratitudine la gran parte a Mita nella sua elezione dai cardinali Borgia, Boria e Paniaqua e dall’ambasciatore spagnuolo. Anche nella lettera del re di Frania egli ricorda l’atteggiamento a lui favorevole del rappresene nte francese durante il conclave; fu il re, così egli scrive, che gli ispirò questo amore; perciò egli si sente legato da riconoscenza; e non meno per le accoglienze trovate a suo tempo come cardinale prò o il padre di Luigi XIII, « il grande Enrico ».3 Ma anche con l’imperatore, Urbano Vili desiderava di coi i-nuare i buoni rapporti che già come cardinale aveva avuto col capo supremo dell’impero.4 Il nuovo papa, riferiva a Vienna già il 6 agosto l’ambasciatore di Ferdinando II principe Savelli, « mosi ra una particolare affezione per Vostra Maestà e tutta l’illn> ■ casa d’Austria».5 L’8 agosto 1623 fu inviato anche a Ferdinando II un autografo del papa. In questo Urbano Vili rii > nosce non solo l’opera del Cardinal Zollern nella sua elezioni', ma assicura di nutrire i migliori sentimenti « come negli inter» -i comuni della religion catholica così ne’ privati della cesarea persona et casa sua ».6 1 Vedi * Avviso del 9 agosto 1623, ivi. 2 Cfr. il raporto del settembre 1623 in Leman, Urbain Vili 19. 3 Ambedue le * lettere nell’A re liivio segreto pontifi»'i°-Lett. di proprio pugno. 1 Nella lettera di augurio per il Capo d’anno del card. Barberini a Ferdinando Il si legge: « Non cedendo io ad alcuno delli più devoti servitori di \ ■ -Ces. nel desiderio delli suoi prosperi successi, ne ho sempre indiritti al cielo aft»' ' tuosi voti e tanto più poiché dalle felicità di Lei è per dependere la sicurezza e quiete del christianesimo »; firmato: « humillmo e devotissimo servitore M. cani-Barberinus». (15 dicembre 1621) Originale nell’A r c h i v i o di Stato i Vienna, Hofkorresp. F. II. 5 L’originale della * lettera 6 agosto 1623 ivi, Roma, fase. 45. 6 Nella sua * lettera Urbano Vili dice che il suo pensiero dopo la guai1 gione era stato di rassicurare l’imperatore, « acciò che si rallegri d’haver i11