376 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo IV. Che il rapporto di forze non si dovesse spostare ulteriormente in favore della Spagna era per Urbano principio assoluto. Con grande preoccupazione perciò egli guardava il problema della successione nel ducato di Mantova e Monferrato, problema che si .sarebbe imposto coll’estinzione dei Gonzaga. Quest’antica e celebre prosapia, alla quale la città di Mantova doveva la sua fortuna, era da lungo tempo caduta assai in basso. Già Vincenzo I, il mecenate di Rubens, non aveva saputo trovare l’equilibrio fra la sua innata passione per l’arte, per il teatro e per la musica, e le sue risorse finanziarie, ed aveva finito col darsi ad una dissipazione insensata. I suoi tre figliuoli, che si successero in Mantova entro breve periodo, continuarono a camminare su questa via fatale, dandosi in braccio ad una vita dissipata ed immorale. Vita breve e matrimoni sterili furono le conseguenze.1 Il figlio maggiore, Francesco, dal suo matrimonio con una principessa di Savoia, Margherita, aveva lasciato solo una figlia, Maria.2 Gli altri due duchi, Ferdinando, morto nel 1626, e il suo successore, l’indegno Vincenzo II,3 non possedevano eredi legittimi. Vincenzo II era spossato dagli eccessi e malaticcio, cosicché si doveva prevederne presto la fine. Non può meravigliare che la questione della successione man-' tovana occupasse già dal 1624 tutti i gabinetti d’Europa,4 perchè l’entrata di una nuova casa sovrana in un principato importante d’Italia doveva destare non solo la gelosia delle potenze italiane, ma anche quella della Spagna e della Francia.5 Il ducato di Mantova era feudo dell’impero, mentre nel Monferrato vigeva anche la successione femminile. Oltre l’imperatore, anche la Spagna era particolarmente interessata alla successione, perchè il paese dei Gonzaga confinava con Milano; e siccome il ducato di Monferrato nell’alto Po s’incuneava colla sua quasi imprendibile fortezza di Casale fra Milano e la Savoia, s’aggiungeva alle altre gelosie anche l’avidita d’ingrandimento del bollente duca Carlo Emanuele di Savoia. La questione divenne ancora più complicata perchè Carlo Gonzaga, il quale, dato il diritto esclusivo della linea maschili' contre V. Mte, si elle avoyt la puissance qu’ils ont en Italie ». Lettera di Béthuii' del 15 luglio 1627, loc. cit. . 1 Vedi Siri VI 298; Muratori XI 104; Zwiedineck-SÜdenhorst i» Zeitschr. für allg. Gesch. II 702; Fociiessati, I Gonzaga di Mantova e l'ultu“'' duca, Mantova 1912. Cfr. anche Ademollo, La Bell’Adriana ed altre virtù0* del suo tempo alla Corte di Mantova, Città di Castello, 1888. 2 Cfr. G. B. Intra, Maria Gonzaga-Gonzaga, Firenze 1897. 3 Cfr. su lui le notizie al vol. XII 244 s. della presentejopera; ora a,u ‘ ( Quazza, Mantova e Monferrato nella politica europea alla vigilia della gu‘1 per la successione (1624-1627), Mantova 1922, 236 s. 4 Cfr. l’esposizione dettagliata del Quazza, loc. cit. 6 Vedi Schneider, Mantuaner Erbfolgestreit 5. * Cfr. Quazza, loc. cit. 209.