174 poesie, cosi pure in queste ballate, e più che in tutte nella Sorella, e nell’ultima parte di Slra-della : Vi riveggo, vi conosco, O paterne antiche mura! Ala non era il eie) si fosco, L’ onda torbida ed oscura Non lagnavasi così, Allorch’ei con me partì. Ma poiché troppo in lungo ne trarrebbe il voler far uscire col nostro discorso quanto nel nuovo libro ha d’affettuoso e toccante, riferiremo per disteso il canto della Sorella, sul quale più che in altri si stende questo velo soave di tristezza e malinconia, affinché per sé lo giudichino i lettori. Solingo vissi, senza speranze; Serti c profumi, convili e danze Di nulla gioia in’ erano al core, Vinto nel tedio, muto all’amore, Finch’io te vidi, pudica e bella, Dolce sorella, dolce sorella! Quel ch’io provassi, la prima volta Che di vederti m’accadde, ascolta. Pareami averli scontrato ancora, Ma ignoti il loco m’erano e l’ora; E dicea il core: non vedi? E quella La tua sorella, la tua sorella. Sorella? Oh nome, quanto sei caro! Oggi sollauto dunque t’imparo?