512 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo VI. della sua posizione predominante. Voleva essere il primo dopo i! re. A corte per la sua qualità di cardinale aveva la precedent i sui principi reali e contro ogni regola pretese questo privilegio anche in casa sua. Una volta rifiutò di salutare con la mano desti > il principe ereditario Vittorio Amedeo di Savoia. Un’altra, quando la regina Anna lo venne a visitare mentre era malato, egli non -levò dalla sua sedia e motivò questo suo contegno col costuni. che dominava in Spagna. La figlia di Filippo III rispose di aver dimenticate le costumanze della sua patria e di esser diventata intieramente francese.1 Difficilmente accessibile, il cardinale viveva per lo più nei pressi di Parigi, nella sua villa di Eueil, sotto la protezione di una scorta che aveva giurato fedeltà al suo nome, era pagata da lui e lo accompagnava perfino dentro il castello reale. Questo servizio personale era fatto da giovani nobili delle più distinte famiglie. Aveva una servitù numerosa, una scuderia più completa, una mensa più ricca dello stesso re. Anche la sua residenza a Parigi era più magnifica di quella reale. Vi possedeva tre palazzi, su uno dei quali, il « palais Eoyal », che aveva costato 10 milioni, si leggeva a gran lettere «Palais Cardinal». La sua cappella privat», stracarica d’oro, la sua biblioteca e le sue collezioni d’arte erano celebrate in tutta l’Europa.2 Nel suo castello del Poitou, restaurato con grande magnificenza, aveva collocati i tesori artistici più preziosi, fra cui quadri del Mantegna, del Perugino, del Dürer, d Rubens, Poussin, Champaigne, Simon Vouet, duecento opei < antiche e le statue dei due « schiavi » di Michelangelo.3 Richelieu disponeva anche di un proprio teatro con un palcoscenico riccamente attrezzato. Le opere che vi si dovevano rappresentare venivano prima lette da lui. Nel 1639 compose egli stesso una «Mirarne* che nel 1641 venne rappresentata con grande spesa. Dell’appio11'0 con cui fu accolta egli si gloriava come d’uno dei suoi più intimi successi. Fondò l’Accademia (1634), guidato da personale ami'1' zione e dal proposito di elevare il francese a lingua universale a. posto del latino. L’Accademia dovette esercitare una critica peti' gola contro il « Cid » di Corneille, perchè il cardinale era gelo.''1 dello splendido successo del poeta.4 E tuttavia anche Corneille esa >■ la posizione che Richelieu si era fatta presso il re, dichiarali' 1 Vedi Mariéjol, loc. cit.; Boulanger, Le grand siècle, Parigi 19 • a Vedi Ranke, loc. cit. 540 s. . „ ¡,,j 3 Vedi Edm. Bonnaffé, Recherches sur les collections des Richelieu ■* 1883. * Vedi più in particolare Baumgartner V 297 s. «Et l’art et le pouvoir d’affermir des couronnes, Sont des dons que le ciel fait à peu de personnes. — De pareils serviteurs sont les forces des rois Et de pareils aussi sont au dessus des lois ».