832 Urbano Vili. 1623—1644. Capitolo X. cappella e degli altari, lo splendore del culto, le prediche dei < m puccini fanno sui protestanti grande impressione. Oltre la chiesi reale vi sono molte cappelle di ambasciate, che formano per i cattolici altrettanti luoghi di rifugio, e in più, anche moltissimi altri oratori nelle case dei nobili. Si dice in generale, che, relativamente parlando, i tempi non furono mai così favorevoli per i cattolici.1 Le trattative del Windebank col Panzani non rimasero prive di ogni risultato. Il segretario di Stato propose, che un agente pontificio venisse inviato alla corte della regina, un agente della regina a Roma.2 Per il posto di Roma fu scelto dapprima Ro berto Douglas, che però morì improvvisamente. Gli subentrò Arturo P>rett,3 che pure fu colto dalla morte già l’aprile seguente, e venne sostituito dallo scozzese Hamilton.4 L’istruzione del Brett mostra a che cosa mirasse il re in prima linea con queste missioni: essa si riferisce per la maggior parte alla questione «lei Palatinato, per la quale Carlo I voleva servirsi anche dell’influenza del papa sulle potenze cattoliche.5 Quale inviato pontificio venne alla corte della regina lo scozzese Giorgio Con,6 che fu accolto amichevolmente dal re. Essendosi i cavalieri dell’Ordine della già: rettiera riuniti per la festa dell’Ordine, Carlo I fece attendi tutta l’illustre società per l'inizio del culto, fino a che ebbe mostrato al Con la sua pinacoteca.7 Il re, infatti, era un grande amatore 1 « Se bene è vero che considerati li tempi scorsi, mentre io ero in Londra, ognuno per il più confessava che non mai si erano veduti tempi megliori, non <■ però che l’uso della religione sia libero... » (ivi). Più avanti è detto: Mi vele vano far credere [si deve trattare dei Gesuiti] che in Londra vi fosse granili' sima persecutione, mentre si vedeva, particolarmente nella quaresima, un esercitio quasi libero della religione». Ciononostante la regina diceva. ‘ non pretendeva essere la più gran regina, ma si bene la più miserabile per n"! bavere il marito cattolico» (Panzani in data 25 dicembre 1636, Barb. Sti-ì*. Biblioteca Vaticana). 2 Gardiner Vili 134. 3 Ivi 138. 4 Ivi 144. Sull’invio del Douglas vedi anche * Nicoletti, Barb. 4. -p. 147, Biblioteca Vaticana; su quello dello Hamilton, che din'1" in Roma « non con titolo di agente o residente, ma di gentilhomo della regm-* (secondo una lettera del cardinale Fr. Barberini al Panzani del 3 luglio 1<>- h ivi Barb. 4736, p. 85. * « Gugl. Hamilton partì da Londra per venir a 1>" ' Molto publica era a Londra la missione del Coneo, piaceva poco agli Ing 1 ■ perchè il Coneo era Scozzese » scrive il Panzani in data 28 maggio 1636 ( >«< 8637). « Per tutte le corti si parla molto del agente reciproco » (10 giugno, i'1 L’arrivo dello Hamilton * è annunciato in data 3 luglio 1636 dal cann|J Barberini (ivi 8637); * il Con ed il Panzani vengono ricevuti dalla regina t portano doni (Il Panzani in data 10 agosto 1636, ivi). 5 Gardiner Vili 139. . „ u. 6 Ivi 138, 144. Su G. Con (Cuneo) cfr. Gabrieli. Carteggio 202. 11 ^ . .zanì annuncia la partenza propria in data 25 dicembre 1636. Barb. 803/, blioteca Vaticana. 7 Gardinek VIII 236.