Sentimento dei protestanti inglesi verso la Chiesa cattolica. 827 fu introdotta una mitigazione. La legge lasciava al governo la scelta fra il prelevamento dai morosi di 20 sterline ogni mese lunare e la confisca di due terzi della loro entrata. D’ora in poi si stabilì, che fosse lecito liberarsi da queste penalità con un determinato pagamento annuale; la misura di questo venne stabilita ad arbitrio dalla commissione, ammontando per taluni a un decimo, per altri ad un terzo dell’entrata annuale.1 Questa mitezza riuscì assai profittevole al governo; nel 1619 le multe per astensione dal culto ammontarono a 6000 sterline, nel 1635 invece a 35.000. Precisamente dopo l'introduzione dell’addolcimento si poterono multare assai più persone, e tuttavia i singoli si sentirono meno oppressi, perchè la somma esatta era minore.2 Il numero dei cattolici inglesi non ammontava ormai che a 150 mila su una popolazione di 3 milioni,3 ma tuttavia l’antica religione continuava ancora ad esercitare una gran forza di attrattiva. Più di un nobile viveva esteriormente del tutto alla protestante, ma teneva in segreto nel suo castello un prete cattolico, per potere almeno morire nell’antica Chiesa.4 Più di un teologo anglicano abbandonava il calvinismo e si accostava in singoli punti alle dottrine cattoliche. Destò nel 1624 gran scalpore, che portò perfino a dibattiti parlamentari, uno scritto del futuro vescovo di Chichester, poi di Norwich, Biccardo Montague. Egli respingeva le dottrine di ( alvino sulla predestinazione, non considerava la Chiesa romana come assolutamente non cristiana, voleva si permettesse una specie di confessione auricolare, si pronunciava per l’uso d’immagini, almeno come ornamenti ecclesiastici.5 Guglielmo Laud, dal 1633 arcivescovo di Canterbury, e in tal qualità primo prelato del regno, sosteneva la dottrina, che la Chiesa doveva esser necessaria- 1 Lihagrd IX 308. 2 Gardiner Vili 130. A mezzo dell’abate Du Perron venne annunciato aiH-he a Parigi, che i cattolici inglesi erano piix liberi che mai per Pinnanzi, « che il re parlava con rispetto di Urbano Vili; vedi * Nicoletti. Barb. 4734, P- 133, B ibli oteca Vaticana. *«In alcuni si vedono lettere d’Inghilterra con aviso, che quel re non usava più tanto rigore contro li cattolici, de’ quali in Londra si trovano più di 30"1, et un’altro buon numero di fuori, tolerandosi che potessero essercitarvi la religione catt., ma però occultamente, onde nelle case di diversi signori si celebrano le messe et altri divini «’fficii » (notizia, in data, Roma 12 febbraio 1028, Biblioteca Angelica c 7, 27). In contrario ibid. * notizia da Colonia del 18 febbraio 1629: « D'Inghilterra s’ha aviso, che quel Re faceva descrivere li beni di tutti li cattolici ('he sono nel suo regno, con pensiero di volere da loro una nuova contributione ». 3 Panzani, * Relatione, p. 2a (cfr. sotto p. 829, n. 1). Secondo una relazione del 1632 in Ranke, Engl. Oesch. VIII3 (Werke XXI) 129, il numero dei cattolici era più grande di quanto si credeva, « e forse erano li più e specialmente la la nobilita, ma non apparivano ». 4 Panzani, loc.cit. 8 Gardiner V 352.