526 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo VI. incontrò di nuovo il rifiuto più deciso. Il papa, gli venne risposto, non badava alle relazioni amichevoli del padre Giuseppe coi Bar bermi, nè ad altre cose, ma solo ed unicamente all’interesse della Chiesa e dell’ordine al quale padre Giuseppe apparteneva e alle conseguenze che il cedere avrebbe portato con sè. Ciò non ostante Eichelieu non si stancò dal fare insistenze sempre più pressanti sul papa, finché questi, un giorno nel settembre, 1635, indignato di questa domanda che veniva sempre ripresentata dichiarò d’aver esposte oramai le ragioni del suo rifiuto e che riteneva inutile ripeterle; si volesse pur dire apertamente al re che l’assunzione di una tale personalità nel supremo senato della Chiesa era assolutamente esclusa.1 Ciò malgrado Eichelieu non lasciò cadere il suo piano 2 e nell’anno 1638 ne avrebbe quasi visto l’adempimento, poiché in Curia si faceva gran merito al padre Giuseppe di aver ottenuta la sospensione dell’ordinanza emanata nel giugno di quest’anno contro il pagamento di tasse a Roma. Ma ora che le sue speranze in Eoma erano migliorate, il padre ammalò mortalmente, così che Eichelieu ordinò al suo ambasciatore di non fare ulteriori insistenze per la sua nomina a cardinale.3 In tal guisa padre Giuseppe dovette morire il 18 dicembre 1638 senza aver raggiunto la porpora. A ragione il papa vedeva molto mal volentieri che Eichelieu tirasse dentro negli affari temporali e persino nei militari, dei sacerdoti, anzi degli alti prelati.4 Il 4 ottobre 1636 Urbano VIII si lamentò presso il re francese che avesse nominato l’arcivescovo di Bordeaux, Enrico De Sourdis, e il vescovo di Nantes, Filippo Cos-péau, a condottieri della flotta spedita contro gli Spagnuoli; ciò che contraddiva alle disposizioni canoniche, perchè i vescovi devono combattere con la preghiera e non con le armi.5 Già nell’anno antecedente, un altro favorito di Eichelieu, il cardinale e arcivescovo di Tolosa, La Valette, trasformatosi completamente in uomo d’arnu, aveva suscitato uno scandalo ancora maggiore, facendo invadere regioni cattoliche sul Eeno dalle truppe da lui comandante. Quest»1 scandalo, del quale si lagnò amaramente il papa in un Breve del 25 settembre 1635,6 era tanto maggiore in quanto La Valette, u 1 Vedi * Nicoletti, loc. cit. Sulla ragionevolezza della resistenza di bano VIII, vedi Rondoni in Areh. stor. ital. 5a serie XV 416. Cfr. Bev-quest. ?rìst. LVI 537 s. 2 Vedi Fagniez II 407; efr. 48. 5 Cfi. ivi, 403 s. ? 1 Numerosi esempi in Marléjol, Hist. de France VI 2, Parigi 1905, ■> 6 Vedi .Epist. XIII-X1V, Archivio segreto p o n t i f i c 1 ' Nel 1641 e 1642, la Santa Sede ripetè le sue rimostranze contro l’impuc dell’arcivescovo di Bordeaux; vedi * Nicoletti Vili c. 9, p. 431, loc- clt; 6 * « Milit. copias ultra Rhenum transtulisti, ubi fertur ad Nos te i,ul dimento esse, quominus catholici in suam ditionem restituantur. Facilitai