50 Gregorio XV. 1621-1623. Capitolo I. alla porta di S. Lorenzo, sul quale era rappresentata una battaglia fra Romani e barbari e che recava in parte tracce di doratura. Un grande rinvenimento di terracotte presso S. Francesco a Ripa fornì i colossali vasi di creta che furono collocati sul piazzale avanti il casino del Belvedere.1 Molte antichità acquistò il Ludovisi da collezioni private romane, specie da quelle dei Cesarmi e dei Cesi. Coll’appoggio del papa, che levò le disposizioni testamentarie in senso contrario, potè comprare il 6 agosto 1622 da Giovanni Federigo Cesi, duca di Acquasparta, 20 statue con cinque torsi ed altri 50 minori frammenti di statua, 51 teste e busti, 13 rilievi, 2 sarcofaghi, 11 vasi, alcuni frammenti in bronzo e piedestalli, in tutto 102 pezzi.2 11 valore di tali acquisti venne calcolato in 20.000 scudi.3 Fra questi era la celebre testa colossale di Giunone, che per la sua maestà fece sul Goethe l’effetto di un canto d’Omero. Conforme al gusto del tempo, questo capolavoro servì, come numerose altre sculture antiche, alla decorazione degli ampi giardini.4 Anche la statua colossale dell’Atena Partenone, che secondo l’iscrizione era un’opera di Antioco d’Atene, venne collocata negli stessi giardini. Il profilo della testa della Medusa morente venne usato per adomare la facciata esterna del palazzo grande.5 Nel suo interno erano raccolti i pezzi più preziosi di tutta la collezione, i quali, per opera del Winckelmann, diventarono famosi in tutto il mondo: il Marte dormiente, il magnifico, gruppo interpretato comunemente come Elettra ed Oreste, che, secondo l’iscrizione, è fattura di Menelao, discepolo di Stefano, il Gallo che, presso a venir fatto prigione, uccide sua moglie fedele e sta per volgere l’arma contro sè stesso, e la statua, appartenente allo stesso gruppo, del gladiatore morente, che sotto Clemente XII venne trasportata in Campidoglio.6 L’inventario non completo della sua eredità, fatto pochi mesi dopo la morte del Cardinal Ludovisi il 12 gennaio 1633, conta, senza tener calcolo dei bronzi e dei frammenti, 216 statue, 94 teste e busti, 21 colonne, 2 vasche, 11 lapidi mortuarie, 13 rilievi, 4 sarcofaghi e 19 vasi.7 1 Vedi Schreiber 8 s. 27. 3 Vedi ivi 7 s., 27 s. Sai giardino del card. Cesi e le sue antichità vedi ora la eccellente monografia di Hülsen, Hämische Antilcengärten des 16. Jahr.. Heidelberg 1917, 1 s., lls., 41s. 3 Vedi * Avviso del 6 agosto 1622, Urb. 1092, Biblioteca Vaticana. 4 Vedi Schreiber 123. 5 Vedi ivi 125 s., 131s. 6 Vedi ivi 82 s., 89 s., 112 s. 7 Vedi * « Inventarium bonorum repertoruin post obitum fei. ree. Ludovici card. Ludovisii» (Arm. 9, Prot. 325, n. 1, Archivio Boncompa-g n i in Roma) usato da Schreiber 14 s.; ivi 28 s., è riprodotto dallo stesse.