16« Gregorio XV. 10*21-1623. Capitolo IV. figura concreta. Vista la serietà della situazione il nunzio Corsini fece la proposta di affidare l’oggetto del conflitto al duca di Lorena colla condizione che le guarnigioni dovessero essere costituite di truppe cattoliche. Dalla Spagna si faceva sapere che contro Svizzeri cattolici o anche soldati papali non si solleverebbero eccezioni.1 Da questo al vecchio progetto ripreso ora, nel dicembre 1622, dalla Spagna di consegnare al papa come deposito provvisorio la Valtellina occupandolo con truppe papali fino alla decisione definitiva da affidarsi a Gregorio XV, il passo era breve.* 11 papa ben sapendo quanto ingrata suol essere la parte di mediatore fra due rivali era finora sempre rifuggito da tale progetto.3 Ma quando la situazione si cambiò egli credette per amore della pace nel mondo cattolico di non potersi più oltre sottrarre a questo compito.4 Se ancora esitò, fu che aveva il giusto motivo: egli volle essere sicuro che la Francia si accontentasse di tale soluzione.* In favore del progetto il cardinale Ludovisi fece rilevare a Parigi mediante il nunzio Corsini che il nuovo direttore della polii ica spaglinola, il duca Olivarez, succeduto dopo la morte di Baldas-sare De Zu&iga,* non tollererebbe più oltre le tergiversazioni di Feria e vorrebbe tor di mezzo una volta per sempre quest’internii-nabile quest ione. Anche l’ambasciatore francese in Madrid riferiva in senso analogo. Il gabinetto di Parigi si dichiari) quindi disposto a prendere iu seria considerazione la proposta ma, nonostante le rimostranze del nunzio Corsini, insistette nel volerne render edotte le potenze amiche, specialmente i Veneziani. Luigi XIII dichiarò formalmente al nunzio di essere d’accordo coll'arbitrato del papa e di voler spedire a Sillery, suo ambasciatore in Koma, i necessari poteri per gli ulteriori negoziati. Se si dimostrasse però che gli Spaglinoli erano alieni «la un compromesso, la guerra sarebbe stata 1 Vedi la * lettera di Agucchi a Corsini, iu data Roma 1622 ottobre 24. nel Vod. D, V 31 della Biblioteca Casanatense in Roma. * Vedi ZlUSB, fiiehtlit* 183: ARr.EIO, Politica 16. * Cfr. Siri, V 477. * Cfr. l'aggiunta all'istruzione per l'arcivescovo di Tebe, nunxio straordinario, in .1 rchic tur »chicete. Gtsch. XU (1858) 194. * Vedi Zf.li.kr. nicheliti» 183«. * « La morte di Don Baldassare /.unica», *i dice nella * lettera del 22 novembre 1622 {Coti. X. VI 16 nella Biblioteca Casanatense iu Roma) t «e beu per altro sarà fatalmente di pregiudìtio alla Monarchia Spagnuola, quanto alle coso della Valtellina non apporterà se non giovamento |«>r Unirle. Perchè egli era lungo e tenace e tropi») rispettoso, conosceva che sarebbe stato mestieri levare il Duca di Feria di Milauo per assettar questo uegotio. o di moderare la sua autorità, ma non per disgustare et innimicarsi li «uoi parenti e par-tiali, lasciava correre: il conte d'Olivares, che ha la somma de’ negotii et i succeduto nel luogo di detto D» Baldassare. et ha di pii! tutto il favor del Re. è lumaio libero e risoluto, che non havrà tanto rispetto, e s'è dichiarato con