480 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo IV. sere disposto ad inviare alla Francia un monito. Il motivo principale, egli disse, che i Francesi accampano per provare che il trattato non può essere genuino, è il fatto che in esso comparisce il nome del re di Svezia prima di quello del re di Francia, ciò che a Parigi non si sarebbe mai tollerato. Savelli rispose che l’imperatore sapeva con sicurezza che il trattato era vero. Durante l’udienza di Savelli entrò il cardinale Barberini per recare al papa la lieta notizia che il 6 aprile, con la cooperazione dei suoi inviati Panzi-roli e Mazzarino, era stata conclusa in Cherasco la pace fra il comandante supremo degli imperiali, Galasso, e il maresciallo francese Thoiras. Urbano Vili ne ebbe grande gioia. Licenziando l’ambasciatore, gli rinnovò l’assicurazione di voler fare ogni sforzo per distorre il re di Francia dall’alleanza con la Svezia.1 Siccome il trattato concluso il 6 aprile 1631 esigeva l’abbandono dei passi dei Grigioni, Ferdinando II rifiutò di sanzionarlo. Niente poteva essere più gradito a Richelieu. Quando a metà d’aprile il nunzio francese consegnò a Luigi XIII la lettera monitoria del papa e lo esortò a farsi mediatore fra l’imperatore e la Svezia, conquistandosi così la gloria di arbitro supremo nelle complicazioni di Europa, il re gli rispose che l’alleanza con Gustavo Adolfo era stata conclusa solo per far sgombrare l’imperatore dall’Italia, ciò che stava anche nell’interesse della Santa Sede, alla quale egli rimaneva più che mai fedelmente devoto. Inoltre pregò il papa di non voler credere che egli intendesse giovare ai protestanti, contro i quali anzi si proponeva di continuare nella sua opera di repressione; ma egli s’era lasciato guidare dagl’interessi supremi di tutta la cristianità, provvedendo però acche la religione cattolica non venisse danneggiata.2 Il 2 maggio Bagno riferiva che tutto dipendeva dalla conclusione della pace definitiva in Italia.3 Urbano Vili salutò con gran gioia le premure che faceva Massimiliano di Baviera presso l’imperatore a questo scopo. Finalmente, in vista dei minacciosi progressi degli Svedesi in Ger- 1 Vedi Klopp III 2, 34 secondo gli atti della pace dell’Archivi11 viennese fase. 9b. Il papa aveva seguito le trattative di pace con grande apprensione: nel febbraio vennero proibiti i divertimenti del carnavale ed ordinate preghiere per la pace: v. * Avviso del 26 febbraio 1631, Biblioteca Vaticana), che più tardi vennero di nuovo ripetute,* Avviso 2 apri t 1631, ivi. 2 Relazione di Bagno del 15 aprile: « * E mi disse che pregava la S- s-creder che egli continua nella medesima volontà non di aiutare, ma di Per!'1. guitare gli eretici, ma che il rispetto del maggior bene della cliristianità uni versale l’havea mosso a quanto havea fatto, nel che pure havea usate Pr®l,ui tioni di indennizzare i cattolici e la religione», (decif. 15 maggio) 1631, J'1' 8077, p. 56, Bibioteca Vaticana. 3 * Relazione, d. d. Moret 2 di maggio (decif. li 27 detto), Bari). »' ' ’ p. 24, ivi. . j 4 Vedi 1’* istruzione cifrata a Bagno del 24 maggio 1631, Barb. 8113.