Ardore bellico delle corti di Madrid e di Parigi. 487 borgo elettorale e quasi tutti gli Stati tedeschi di qualche importanza, l'atta eccezione del principe elettore di Assia-Cassel. Molto bellicoso era lo stato d’animo di Madrid. Qui si tornò ad assumere contro il papa il tono primiero. Il 17 luglio 1635 Filippo IV scriveva a Urbano Vili: « Confido che trattandosi ora in prima linea dell’interesse della religione, V. Santità farà contro il re francese, che si è alleato ai protestanti, ciò che richiede l’ufficio d'un papa a.1 Urbano rispose d’aver sempre protestato contro alleanze che non rispettando le disposizioni canoniche danneggiavano la religione cattolica, ma la maniera forte non è sempre quella giusta; ed egli insisteva nelle sue tendenze di pace.2 Più grande forse ancora che a Madrid era l’ardore bellico a Parigi, poiché Richelieu temeva di lasciarsi sfuggire i grandi vantaggi finora raggiunti. A continuare la guerra egli era deciso anche per ragioni di politica interna.3 La Casa d’Absburgo doveva venire colpita nei Paesi Bassi e sul Reno con nuovi e più forti attacchi. Per coprire le spalle agli Svedesi, egli fece intanto il mediatore dell’armistizio di Stuhmsdorf fra Svedesi e Polacchi (12 settembre 1635). Per dividere le forze degli avversari scatenò la guerra in Italia, per la quale cercò di guadagnare i duchi di Savoia, Mantova e Parma.4 Il papa si rivolse a Luigi XIII e ai suddetti principi per distorli da tale impresa.5 Ma Odoardo Farnese di Parma fu così imprudente da accettare il piano di Richelieu, mentre il duca di Rohan, venendo dai Grigioni, il maresciallo di Créqui, venendo dal Piemonte, in unione con lui e col duca di Savoia attaccarono gli Spagnuoli nel Milanese. Le sorti •Iella guerra non furono loro però favorevoli, e Odoardo si vide •»en presto minacciato nel proprio paese.6 Le lotte sui campi di battaglia europei avevano il loro contraccolpo nella città di Roma, per le cui vie i Francesi e gli Spa-gnuoli ebbero tra loro scontri così gravi, che il governatore Spada e '* Cardinal Barberini provavano gran fatica a mantenere l’ordine e la quiete.7 1 Cfr. Leman nella liev. d'hist. ecclés., loc. cit., p. 372. " Vedi il * Breve a Filippo IV del 7 settembre 1635, Epist. XIII-XIV, •rehivio segreto pontificio. ‘ Cfr. Ranke, Franzòs. Gesch. II (1854) 452 s. * Cfr. Avenel V 103 s.; Gukter 206. 1 fr. i * Brevi a Luigi XIII dell’8 settembre 1635 e ai duchi di Savoia n ,na.^ 19 febbraio 1636, Epist. XIII-XIV, Archivio segreto "utifieio . Ibidem un nuovo * monito al duca di Savoia del 22 marzo 1636. ®ne «Ma lotta si ebbe solo col trattato concluso il 4 febbraio 1637 ; 1 mediazione del Granduca di Toscana, trattato che compose per il mo- I 1<Ììh C^®erenze ira *1 duca, la Spagna e Roma; vedi Reumont, Toscana Sul tumulto in piazza Navona dell’8 aprile 1635 vedi la relazione in 'Smollo, Ambasciatori di Francia, nella Biv. Europ. anno Vili [1877] III