506 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo V. sbona da parte di Bernardo di Weimar, vennero espulsi tutti i sacerdoti e religiosi cattolici.1 Quali vicende portasse con se la lotta sanguinosa, si può vedere dal fatto che l’infelice città vescovile di Bamberga fino al 1643 venne presa e ripresa ben 13 volte.* La guerra, che non finiva mai, degenerò sempre più in un massacro della popolazione inerme. Gli eserciti che attraversavano i paesi, li devastavano sistematicamente e imperversavano contro il pacifico cittadino e il contadino, fosse amico o nemico, con una barbarie spesso inumana.3 Guerra, fame e peste, i tre angeli stermina tori dell’umanità, raccolsero una messe così copiosa, che i viaggiatori stranieri ne rimanevano atterriti.4 Un artista bavarese, Giovanni Ulrico Frank da Kaufbeuren, ha fissato col pennello e col bulino le imprese di devastazione e di rapina dei soldati, di quei « lupi umanati », come li chiamò il Grimmelshausen nel suo « Sim-plicissimus ».5 La tragicità della guerra e i suoi orrori furono rappresentati da Bubens nel 1638 in un quadro destinato al duca di Toscana e che si trova ora nella galleria Pitti, il quale rappresenta in maniera allegorica l’Europa, dilaniata dalla guerra.1 Vi si vede come figura principale Marte che avanza con la spada grondante di sangue, mentre dei mostri fantastici simboleggiano la peste e la carestia, compagne inseparabili della guerra.7 Il danno che la lunga guerra recò alla Chiesa cattolica fu incommensurabile. Molto di quello che era stato piantato con grande fatica e cura venne distrutto per opera dei soldati svedesi e protestanti. Terribili furono specialmente le sofferenze del clero secolare e regolare. La storia dei gesuiti tedeschi di quel tempo e una catena ininterrotta di miserie e di terrori. Sovratutto soffrirono le provincie renane e quelle della Germania superiore; nel l’ultimo periodo, quello franco-svedese, quasi tutte le provincie ebbero la loro parte di miserie e di angustie guerresche.8 Tanto pi'1 meritevole di riconoscenza è la virile costanza con la quale i padri resistettero in molti luoghi e con magnanimo spirito di sacrificio 1 Cfr. Duuk II 1, 233; Dudik, Die Schweden in Böhmen und 3/aÄr-1640-1650. Vienna 1879. 2 Vedi Duhr II 1, 409. 3 Cfr. Riezler V 536 s. ^ 1 Cfr. la relazione inglese del viaggio del 1636 in Gardiner 183 s. ■ u fame che condusse molte volte all’antropofagia, la descrizione sopra cl ‘ del viaggio di Rossetti ci dà particolari orribili; vedi l’edizione di Febr. • p. 59 s. Confronta anche la Relazione del 1641 in Ridolfi, Dispacci, ed. tual 24 s. e Menzel Vili 51 s. . , , 6 Vedi Weizinger, Ein Illustrator des Dreissigjährigen Krieges nel per' Der Aar III, 2 (1913) 537 s. 6 Vedi Guhl Künstlerbriefe II 205. 7 Vedi Waagen, Kleine Schriften, Stuttgart 1875, 275 s. -igo 8 Cfr. la descrizione particolareggiata in Duhr II 1, 142 s.. 200, • ■ -404 s.