76 deva, e mezzo usciva da quella, ed in mano il sacchetto della pianta odorosa, che in mille guise agitava giocolando nell’aria. Al perfetto arnese dell’amorosa persona non mancavano che un paio di odorosi e ricciuti mustacchi; ma pure i mustacchi mancavano, tanto è vero che non si dà bellezza perfetta! Il giovinetto non era venuto solo alla diligenza, ma gli avevano additato la strada, e alleviato forse il cammino due altre gentili persone, che a vederne la diversità delle fogge si sarebbero dette damigella e padrona. La padrona era in quell’aurea età, in cui gli uomini e le donne deono avere già acquistato la felice sperienza delle cose; bella età, in cui una donna può con eguale probabilità e decenza esser presa per madre, sorella (maggiore) od altro d’un viaggiator di vent’anni! Su questo particolare le opinioni de’miei compagni e-rano appunto divise. A riserva d’una cert’aria d’imbarazzo e mistero, chi la guardava in volto e notava anche più il coraggio d’affrontar per quell’ora il fango del selciato della posta, e gli sguardi curiosi e indiscreti de’passeggieri, ben riconosceva in lei la tenera cura materna, che maggiore la rendeva d’ogni riguardo. Però carità di figlio certo non era quel fare baldanzoso e superbo, quel tuono d’imperio, con cui il garzone rispondeva alle gentilezze di lei, e al guar-