408 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo IV. di Nîmes del 28 giugno 1629),1 perchè voleva unire tutte le forze della Francia e non lasciare durante la nuova campagna italiana che progettava, dei malcontenti alle spalle. Per questa impresa fece approntare un esercito di 20 mila uomini. Anche questa volta non era la sorte di Nevers, nè la sicurezza di Venezia che gli stesse a cuore, ma solo il rafforzamento della potenza francese in Italia.2 Che egli facesse una politica lungimirante, ma anche scevra di ogni scrupolo, risulta dal fatto che nello stesso tempo cercava di subornare i principi tedeschi e lavorava per combinare una grande coalizione anti-imperiale che doveva abbracciare l’Olanda, l’Inghilterra, Venezia e la Svezia.3 Più astuto degli uomini di Stato imperiali, che anche durante l’anno 1629 trattavano il papa arrogantemente e parlavano già di un attacco contro lo Stato Pontifìcio,4 Richelieu aveva saputo rendersi obbligato Urbano Vili 6 col costringere all’incondizionata abiura della sua dottrina Edmondo Richer, il propugnatore più estremo e più instancabile dei principi gallicani.6 Di fronte al suo re, il cardinale era giunto allora all'apice della sua potenza. Luigi XIII, che colla patente del 21 novembre gli aveva assegnato il titolo di primo ministro, il 24 lo nominò tenente generale della sua armata destinata all’Italia. I poteri che Richelieu ricevette per la guerra e per la pace furono così ampi, che a corte si diceva che Sua Maestà si era riservato solo il vecchio privilegio dei sovrani francesi, di guarire i gozzi. Richelieu, accompagnato dal suo fedele padre Giuseppe, lasciò Parigi il 29 dicembre 1629. All’un lato della sua carrozza cavalcava il duca di Montmorency, all’altro i marescialli Schömberg e Bassom-pierre.7 Il cardinale mosse verso l’Italia passando per Lione, Grenoble e Embrun. Egli non voleva la guerra ad ogni costo, ma era deciso di dettare la pace appoggiato dalla forza del suo esercito. Fu perciò che i tentativi d’accomodamento dei delegati papali Mazzarino, Panciroli e del nunzio di Torino non ebbero successo. 1 Cfr. H. de la Carde, Le due de Bohan et les protestanti sous Louis XII Parigi 1884. 2 ZlEWIEDINECK-SÙDENHORST II 147 S. 3 Ritter III 440 s. 4 Vedi Kiewning II lxxiv s., lxxvi. 5 * « Per obbligar il papa», dice * Nicoletti (III 932, Bibli°te‘ Vaticana). 6 Vedi oltre Reusch, Index (II 359) anche Lassberg nel Freib. chenlex. X2 1190 e * Nicoletti III 922 s., loc. cit. Cfr. inoltre il * Breve a ll chelieu del 19 gennaio 1630, Archivio segreto pontili010' 7 Vedi Siri VI 800. 8 Cfr. Siri VII 15 s.; * Nicoletti III 875 s,, B i b 1 i o t e c a V a lu- cana. Vedi anche Zwiedineck-Sùdenhorst II 150; Klopp IH ‘ Cousin, La jeunesse de Mazarin 316 s.; Fagniez I 437 8.; Quazza II 26 8., ‘