4 Introduzione. sostenne la tempesta della rivoluzione religiosa, ma trovò anche hi via alla propria intima purificazione. Riacquistando attraverso le gravi lotte la sua forza, essa mostrò, a stupefazione dei suoi avversari, in guisa meravigliosa la sua potenza spirituale e la sua forza incomparabile di ringiovanimento. La rigenerazione della Chiesa provenne dal suo interno. Come è accaduto tante volte nei grandi cambiamenti, anche ora i principi furono assai poco appariscenti. 11 moto di rinnovamento, in origine del tutto indipendente dai pericoli esterni che minacciavano da parte del protestantesimo, s’iniziò in completo silenzio cogli Oratori del divino Amore in Vicenza, Genova e Roma. Il primo impulso non fu dato dalla S. Sede, ma da uomini animati dello spirito divino, che, tenendo fermo strettamente al tesoro dell’antica fede e all’obbedienza verso la legittima autorità ecclesiastica, lavorarono da principio al proprio perfezionamento, e solo in un secondo tempo alla riforma dei loro contemporanei. I reggitori della cattedra di Pietro hanno approvato gli sforzi di un Carata, di un Giberti e di un Ignazio, li hanno confermati, e così soltanto han reso loro possibile di acquistare consistenza e efficacia nella Chiesa; all’ultimo si posero essi medesimi alla testa del moto di rinnovamento, cosicché la storia di questo diviene quasi tutta una con quella della S. Sede. A poco a poco la Riforma cattolica, subentrando alla Rinascenza, penetrò anche la vita sociale, letteraria, scientifica e artistica. Uua fortuna particolare per il mondo cristiano fu che la Provvidenza, giusto appunto in quella età critica, chiamò al timone della navicella di Pietro, battuta intorno dalle onde tempestose, una serie di uomini di così distinto valore come nessun altro trono principesco poteva mostrarne.1 Tutti costoro, se anche in parte fondamentalmente diversi per origine, età, temperamento e carattere, si dedicarono tuttavia con devozione e comprensione ai nuovi compiti imposti dad tempi cambiati. Paolo III, il cui governo di quindici anni (1534-1549) costituisce il passaggio dalla Rinascenza, alla Riforma cattolica, rimase per più aspetti, soprattutto per il suo nepotismo, un figlio della epoca mondana nella quale era cresciuto; ma pure si adattò ai compiti ecclesiastici in tutt’altra guisa dai papi medicei. L’apertura del concilio generale, desiderato così ardentemente e così impetuosamente richiesto da tutta la cristianità, la soppressione di molti abusi, la chiamata di molti uomini eccellenti nel collegio cardinalizio, la repressione della apostasia, soprattutto in Italia, mediante la creazione dell'inquisizione romana, l’impulso dato alle Missioni ' ?‘"d,ZÌO ì1’ *'■ V‘ Rauke 111 un» lettera, a suo fratello Enrico del 2 febbraio 1827; v. Dove, Zur eigenen Lebensgeschichte von L. v. Banke, edita da Pove. Lipsia 1890. 164.