Richelieu. 513 perfino che tali servitori erano al di sopra delle leggi.1 Non è esagerato affermare che la Francia non aveva ancora avuto un padrone che la dominasse così completamente in tutta la sua esistenza e in tutta la sua vita come Richelieu.2 Benché fisicamente molto sofferente, egli svolgeva un’attività meravigliosa. Guidava tutto da sè. I>al suo gabinetto regolava non soltanto i rapporti diplomatici con l’estero, ma anche tutti i rami dell’amministrazione interna e gli affari della corte, senza uscire mai dalla parte di un fedele esecutore dei comandi del re. Egli prescriveva perfino in tutti i loro dettagli le operazioni guerresche dell’esercito e della flotta, e secondo le sue' disposizioni venivano organizzati i corpi armati, distribuiti i loro comandi, regolato il loro approvvigionamento, fissata la loro forza, promossi gli arruolamenti, comprate le armi e le munizioni.3 E oltre a ciò questo potente uomo di Stato trovava ancora il tempo di dedicarsi all’attività letteraria.4 Bernini nel suo busto conservato al Louvre ha dato maestrevole espressione a quella genialità e a quel suo acume logico, che gli erano propri.5 Eichelieu associava ad una ferrea impassibilità la più grande scaltrezza e prudenza. Egli sapeva sottomettere al suo giogo il debole re col calcolo più prudente, e i principi reali e tutti i funzionari colla durezza più inflessibile. Generoso come un principe verso gli strumenti pieghevoli e capaci, era severissimo contro tutti coloro che non corrispondevano alle sue aspettative o diventavano pericolosi ai suoi intrighi finamente concepiti e condotti. Con freddezza inesorabile egli fece condurre nella Bastiglia come ateista, amico dei riformati, spione dei luterani » un suo antico collaboratore, il canonico Eancan, che per il suo odio fanatico contro il papa e i Gesuiti non voleva saperne di respingere gli ugonotti: l’infelice non doveva più abbandonare vivo quella fortezza. La sorte di un uomo, una vita umana non contavano wente per lui. Come Fancan scomparvero nelle prigioni anche molti altri che erano divenuti sospetti o pericolosi.6 Ranke (Franzos. Gesch. Ili 355) ha richiamato l’attenzione su questo Passo. Vedi Philippson in Pfltjgk-Harttung, Weltgesch., Neuzeit p. 628. • 3 Numerosi esempi in Avenel, Lettres, specialmente nel vol. V (Parigi SW). Cfr. Gòtt. Gel. Anz. 1864, 1313 s.; Lodge, Richelieu 224. ^ulle Memorie di Richelieu (presso Petitot, 2a serie, vol. XXI-XXX, 'rit Pre8S0 Michaud—Poujoulat, vol. XXI-XXIII 1837; nuova edizione “ a nella collezione della Société d’hist. de France, finora 5 volumi che arri-''' 10 al 1626), le quali, eccettuata la prima parte, vennero compilate dopo la 6 del cardinale col materiale da lui raccolto; vedi oltre Mommsen, Richelieu, 8ass und Lothringen (Berlino 1922), Rev. hist. CXLI-OXLII 1922-1923). 'ks p ^r‘ in Bullet, des Musées de France 1910, 65 s. e nella Gaz. ^aux Arts LUI (1911) 389 s.; Benkard, Bernini 43. 142 ^ Roca 16; Federn 77, 112 e Wiens, Fancan (1908) 60 s., 118 s. Ivi a prova che Richelieu venne accusato ingiustamente di avvelenamento. Pa8TOR’ s