464 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo IV. degli Stati italiani, alla quale avrebbero dovuto partecipare la Spagna e gli Svizzeri.1 Ma non trovò da nessuna parte disposizioni favorevoli; nè la Savoia, nè Venezia nè gli Svizzeri erano per un tal piano. I malfidenti spagnuoli videro in tutto il progetto nien-t’altro che il proposito di privarli del libero passaggio attraverso i Grigioni.2 Di fronte a questo insuccesso, Urbano Vili salutò con tanto maggior piacere il miglioramento della situazione militare che era subentrato dopo che aveva riassunto il comando supremo il Wal-lenstein, munito di poteri straordinari. Quando il 25 giugno 1632 arrivò la notizia della conquista di Praga fatta dal Wallenstein (il 25 maggio), il papa, nonostante un attacco di gotta, si recò subito il giorno seguente, accompagnato da molti cardinali, dal Quirinale alla chiesa nazionale tedesca di S. Maria dell’Aninia, ove celebrò una messa di ringraziamento all’altar maggiore e recitò le litanie.3 Il 26 giugno partirono per l’imperatore e per Wallenstein dei Brevi magniloquenti. « Questa vittoria, primizia della nuova guerra, è detto nella lettera a Wallenstein, è un presagio di pieno trionfo. Noi ti benediciamo, uomo insigne, e ti auguriamo che sotto la tua guida la Germania venga liberata dai danni e dilla sventura. Tu trionferai colla benedizione della Chiesa, e l’Europa dovrà confessare che la forza di un cosi grande generale è il giavellotto fulminante del cielo ».4 Con l’unione dell’esercito del Wallenstein a quello di Massimiliano, questo crebbe a più di quarantamila uomini « della migliore e della più bella gente », al quale Gustavo Adolfo in un primo tempo potè opporre solo quindicimila uomini. Come avrebbe egli potuto pensare allora anche ad una spedizione attraverso le Alpi? Egli XVI 339 s.). 6 Cfr. Droysen II 597 s., 622 s., Riezler V 425 s.; Ritter III 537 ss.