872 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo XI. retti, uno innanzi Porta del Popolo, l’altro sul Monte Mario,1 a cui se ne aggiunse più tardi ancora un altro presso S. Pancrazio, sul Gianicolo.2 Ma il papa non si limitò all’impiego di tutte le misure di precauzione consigliate dai medici; bensì fece anche invocii ■ ardentemente l’aiuto del Cielo.3 Per i malati poveri, che provenivano dalla Campagna, furono eretti in estate lazzaretti appositi, innanzi a tutte le otto porte della città.4 Le comunicazioni con Bologna5 furono interamente troncate già nel luglio, quelle con 1 -renze nel settembre,6 e mantenuta costantemente anche sulle cosir la sorveglianza più rigorosa.7 Si rivelarono assai utili una serie di misure profilattiche in Roma. Per prevenire un infermarsi dei poveri, che sembravano i più esposti all’infezione per causa del cattivo nutrimento, furono distribuite abbondanti elemosine da commissari appositi in tutti i quartieri della città. Venne resa più rigorosa la polizia annonaria, si nettarono tutte le strade e i canali, e così pure le carceri. Speciale attenzione fu rivolta al Ghetto, famigerato per la sua sporcizia.8 Poiché nell’anno seguente l’epidemia continuò in Lombardia e si diffuse anche nella Romagna e in Piemonte,9 queste misure di precauzione furono sostanzialmente mantenute. Solo il 24 marzo 1632 il papa potè celebrare in S. Maria in Araceli una messa cantata solenne per la liberazione da ogni pericolo di peste. Una iscrizione sulla facciata della Chiesa ricorda le sue benemerenze.1'’ 1 Vedi * Avvisi del 17 e 24 aprile 1630, Urb. 1100, Biblioteca Vaticana. Cfr. * « Disegni di ospedali e lazzaretti fatti da Carlo Rainaldi architetto d’ordine del sig. card. Barberini in occasione della peste». Bori’. 4411, Biblioteca Vaticana. Cfr. Pollak-Frey 405. 2 Vedi * Avviso del 27 luglio 1630, Urb. 1100, loc. cit. 3 Vedi * Avvisi del 20 marzo, 15 giugno, 3, 10, 17 e 24 luglio 1630, ivi. Cfr. Bull. XIV 148s. 4 Vedi * Avvviso del 27 luglio 1630, loc. cit. s Vedi * Editti dell’l e 15 luglio 1630, Editti V 61, loc. cit. 6 Vedi * Avviso dell’11 settembre 1630, loc. cit. 7 Cfr. * Nicoletti IV 358 s., Biblioteca Vaticana. 8 Vedi ivi 370 s. 9 Cfr. Atti d. Romagna Vili 104 s.; Mazzatinti, Archivi d'Italia I (18!'. 196; R. Bergadani, Documenti in Alba Pompeia I (1908) 4; G. Rodolfo, Il combattimento al ponte sul Po il 6 agosto 1630, la pestilenza e la, carestia ne 1630 e 1631 a Carignano, Carmagnola 1909. 10 Vedi * Nicoletti IV 382 s., loc. cit. La peste dette occasione a numero'! consigli, in parte ben strani, sul modo di preservarsi dalla epidemia. Fra quel i stampati sono da ricordare sopratutto le dissertazioni di Alvario Cri ' Vincenzo: « Pro vide ma metodica per preservarsi dalla imminente peste, R°i'-‘ 1630, e Consilium prophylacticum a lue pestifera grassante, Roruae 1631, coni* pure uno scritto pubblicato in Venezia dall'ufficio di sanità (vedi in proposi " Arch. Rom. XXI 241). Sono ancora inediti i seguenti scritti: 1° Anione Sponta, Trattato della peste e della cura et preservai ione d’essa ornato di mo ’ boniss. et optimiss. [!] rimedii (dedicato a Urbano VIII), Barb. 4256, o 1 blioteca Vaticana; 2° Antidoton contra pestem in aphorismis uirl