La contesa cancelleresca. J97 ni a rrebbe per sempre un nemico irriconciliabile. Per far giungere queste lettere al loro indirizzo con maggior sicurezza, il nunzio viennese Carafa assunse l’incarico di trasmetterle al suo collega in Bruxelles, il quale a sua volta avrebbe dovuto trasmetterle alla Spagna.1 Ma fu proprio questa cautela a portar disgrazia, perchè le lettere caddero in mano di soldati di Mannsfeld. Il Palatino incaricò al principio del 1622 Lodovico Camerario a renderle pubbliche con la stampa sotto il titolo « cancelleria spagnuola ».2 11 partito palatino sperava con ciò di fare un contraccolpo alla .cancelleria segreta» del principe di Anhalt caduta in mano dei vincitori dopo la battaglia di Praga e pubblicata da Massimiliano nell621, con la quale si rivelarono i piani rivoluzionari dei calvinisti contro l’imperatore e i cattolici tedeschi. Ma per quanto grande fosse l’imbarazzo cagionato all’imperatore dalla pubblicazione delle lettere, comunicate in copia3 al principe di Sassonia già nel febbraio, non si potè tuttavia ottenerne un successo morale altrettanto grande, perchè le lettere catturate svelavano bensì segret i politici, ma non delle trame di rivoluzione e d’insurrezione intessute per lunghi anni colla menzogna, col tradimento e con la fellonia.4 Bisogna ammetter però che la pubblicazione doveva riuscire al nunzio Carafa e al papa assai penosa, perchè fra le lettere sequestrate si trovavano anche di quelle, in cui il nunzio si lagnava •leil'indecisione della corte di Vienna e del grande influsso della spagna, e una lettera diretta al Carafa dal Cardinal Ludovisi, il •piale si lagnava che l’ambasciatore spagnuolo in Vienna, conte < >nate, volesse alla corte imperiale tiranneggiare tutti e pretendesse in ogni vertenza che il suo consiglio venisse riguardato come un «rai-olo, per quanto le sue risposte fossero così equivoche e capziose ( lie la sua vera opinione rimaneva a tutti nascosta.5 Mentre Giacinto era in viaggio per la Spagna, Gregorio XV faceva ancora altri passi. Il 25 dicembre 1621 scongiurava l’impera-T"re in due brevi pressantissimi di voler insignire della dignità • lettorale un duca cattolico e non prestar fede a coloro che consi-gliavano la riabilitazione del Palatino. Si sacrificò tanto danaro tanto sangue cattolico per protegger l’interesse pubblico dalle perfidie del tradimento! Dovremo noi, ora che quel capo-banda s’è nascosto sotterra, lasciarci strappare dalle mani il prezzo della vit-toria ! In verità una pace siffatta sarebbe per la Chiesa cattolica ■' più grande delle amarezze. Se quella gente verrà risparmiata, ' a prima occasione si precipiterebbe di nuovo addosso all’impera- ' ' edi Gindely, Dreissig jähriger Krieg IV 400. Cfr. Carafa, * Relatione 341; Koser, Der Kanzleienstreit, Halle 1874, 25 s. Vedi Ritter III 177. | \<‘di Klopp, Dreissig jährig. Krieg II 139. Cfr. Riezt.er V 227 s. ' edi Cancellaria Hispanica, Freistadii 1622, n. 12, 24, 25.