560 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo VI. La partecipazione dell’ex gesuita Francesco Yéron ai piani unionistici di Richelieu1 aveva provocato fin da principio della sua nunziatura un conflitto con lo Scotti, il quale però rima«-vittorioso. Egli ottenne che il libro del Yéron venisse proibi In dall’inquisizione romana, e che gli venisse interdetto di continuare le sue prediche di controversia, alle quali accorrevano anche molti ugonotti. Quando gli scolari di Yéron si rivolsero al nunzio per ottenere la licenza di leggere libri proibiti, la maggior parte ebbero risposta negativa. Bisogna, dice lo Scotti, tener d’occhio il Yéron, che è un uomo violento e pieno di zelo indiscreto.2 Non si può tuttavia assolvere del tutto nemmeno lo Scotti dall’accusa di passionalità, perchè nella sua relazione non accenna nemmeno con una parola all’attività missionaria dei Gesuiti all’interno ed esterno, mentre fa grandi elogi dell’attività svolti! su questo campo dai Cappuccini.3 Ma Eichelieu aveva saputo tirare € in fine lia anco indotto il Provinciale e Rettore di Parigi a visitarmi: ossequio mostrato da tutti gl’altri religiosi sin’al mio arrivo,» etc. Relatione, loc. cit. 101. Ivi, 71: «È molto necessario al Nuntio invigilar sopra la materia di controversie, che ogni giorno escono in istampa con grave pregiuditio dell’autorità pontificia, essendo arrivato il scriver a segno che s’ha per una cosa ordinaria. I Giesuiti, che dovrebbero essere, come altre volte, i difensori della Santa Sede, più degli altri la pongono in compromesso, ma con non poca confusioni venendo a soggiacere alla censura dei Sorbonisti, per mostrarsi questi presentemente partialissimi della medesima, e però se ne deve far molto contrita grandemente giovato appresso tutti i buoni e zelanti la risolution.' presasi a Roma di prohibiré fra l’altre opere quelle della libertà della i'Moa gallicana e d alcuni de’ Giesuiti che da qui innanti meglio penseranno a quello che più li compia, et potendo il loro Generale tirare a sè la facoltà data per la revisione alli Provinciali di Francia, riuscirebbe proficuo et di contentamento alla maggiore parte de’ Giesuiti francesi». 1 Cfr. sopra, p. 542. 2 « * Un tal dottor V erone, uscito dalla Compagnia di Giesù, fa professione di voler riunir li seguaci della religione pretesa riformata con la Chiesa cattolica-Al mio arrivo trovai che trattava di continuo la riduttione con gran concors" di Ugonotti, et haveva impresso un libro intitolato, II mezzo della -pace cristiana. Procurai subito dalla S. Congregatione del Santo Officio la prohibí (ione dell opera stampata, essequendo io quella delle prediche con gran sodisfattiom della Sorbona, come quella ch’indusse l’arcivescovo a levarli il pulpito in Parigli e perciò si e ritirato in San Germano come abbatia esente, ove hora continua a predicar, ma non più di simil materia, almeno in publico. Sarà però bene 1 attendervi, essendo persona vehemente e piena di zelo indiscreto; anzi voli' 1 da me per una quantità de’ suoi scolari licenza di legger i libri proli ibi! ' • 1 1 gli fu negata, e concessa solo a sè et ad alcuni altri dottori, secondo il solito ■ Scotti, Relatione 72 s., loc. cit.REuscH (Index II 361) nomina ancora un alt1'" scritto di Véron che venne proibito nel 1642. 3 « * Non vi è parte del mondo che non goda del frutto delle mis^11" dei PP. Capuccini francesi... In varie provincie di Francia sono pur missi°N anco d altri ordini, ma quelle de’ Capuccini avanzano nel credito e profit10 Relatione, loc. cit.