950 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo XII. verso la fine del papato di Urbano Vili come ultimo segno di grazia: quello di fare un bassorilievo per l’atrio di S. Pietro rappresentante l’istituzione del Primato. Urbano non ne vide il compimento: l’opera fu consegnata solo nel 1656, ed è forse « il rilievo più pittoresco e naturalistico prodotto prima dell’età moderna ».l La chiesa di S. Pietro, la quale così divenne sempre più il vero punto centrale dell’attività artistica a Poma, deve ad Urbano VTTT anche la porta Santa,2 le immagini in mosaico dei Principi degli Apostoli per le pareti laterali della nicchia destinata al deposito dei pallii sul sepolcro dell’Apostolo,3 cancellate artistiche per il Coro e la Cappella del Sacramento,4 nuovi stalli per il Coro,5 un organo portatile,6 un reliquiario splendido per il frammento della Croce,7 finalmente due splendidi monumenti sepolcrali. Data l’importanza, che papa Barberini attribuiva allo Stato della Chiesa,8 egli venerava in modo particolare la contessa Matilde di Toscana, la quale colla donazione di tutti i suoi possedimenti, aveva dato alla Santa Sede un saldo appoggio civile. Da cardinale egli aveva fatto una poesia in onore di Matilde;9 da papa volle vedere i resti mortali di lei collocati in un monumento degno. Il corpo della grande principessa fu portato dall’abbazia di S. Benedetto presso Mantova a Roma, ove dapprincipio fu collocato in Castel S. Angelo, dopoché il cardinale Barberini ebbe compiuta l’identificazione. Il 10 marzo 1634 venne eseguito il trasporto a S. Pietro: per luogo di erezione del monumento fu destinato un pilastro della navata laterale destra dirimpetto alla cappella del cardinale Barberini ha fatto la visita di S. Pietro, e comandato, « che si trasporti il fonte di battesimo nella prima cappella a mano sinistra dell’entrar nella chiesa ». Urb. 1094, loc. cit. 1 Vedi Baldinucci, ed. Riegl, 103-106. Cfr. Benkard 20. Vedi anche Cecchelli 23. 2 Vedi Forcella VI 149; Hempel, Borromini, tav. 2. 3 Eseguite da G-iov. Batt. Calandra; vedi Passeri 166 s. 4 Vedi Hempel 13. 6 Vedi Mignanti II 89. 6 Secondo un * pagaménto del 1636 (comunicazione del defunto dottor 0. Pollak, al quale io devo grande riconoscenza anche per le altre sue informazioni). ? * 10 aprile 1629; « Papa donavit crucem argenteam cum ligno crucis basilicae S. Petri» (Diarium P. Alaleonis, Barb. 2818, p. 443b , Biblioteca Vaticana, e* Diarium del Lauro nel Cod. T, 3, 10 della B x -blioteca Angelica in Roma). L’* iscrizione del reliquiario dice: « Urbanus Vili suae in sanctissiinam crucem pietatis et benevolae in sacro-sanctam basilicam voluntatis monimentum extare voluit » (* Nicoletti II 834, Biblioteca Vaticana; cfr. Barbier II 465 s.). Nel 1634 Urbano donò alla chiesa di S. Pietro la Rosa d’oro (vedi * Nicoletti II 481). 8 Cfr. sopra p. 865 s. • Cfr. sopra p. 906.