Progetto di Urbano Vili di un congresso a Roma. 403 valicando il passo di Sett. Grandissima fu la costernazione delle potenze italiane quando arrivò la notizia dell’occupazione dei Grigioni nella Valtellina da parte delle truppe imperiali. Lo sdegno di Urbano Vili venne ancora cresciuto dalla notizia che fra queste truppe si trovavano numerosi protestanti. Inoltre il nunzio svizzero riferiva che questi feroci mercenari parlavano apertamente di voler fare un secondo sacco di Eoma. Simili minaccio dei partigiani dell’imperatore erano annunziate anche dall’ambasciatore veneziano a Vienna 1 e dal rappresentante del duca di Mantova.2 In questa pericolosa situazione Urbano Vili procedette finalmente sul serio agli apprestamenti militari, già consigliati nel suo interesse dalla Francia ed ora richiesti dalla protezione dello Stato Pontificio,3 e si strinse più intimamente al duca bavarese Massimiliano e alla lega bavarese. Egli sperava sempre che Massimiliano riuscirebbe a distogliere l’imperatore dal prendere misure bellicose contro Nevers. Quando questa speranza tramontò, egli pregò Massimiliano di dare all’armata papale nella persona di Tilly un provato condottiere. Per quanto il duca non accettasse questa domanda, Urbano Vili tuttavia contava sempre sul suo appoggio. Il papa, così assicurava il cardinale Barberini, predilige il Wittelsbach al di sopra di tutti i principi. Mente potrà distaccarlo da lui. Giorno per giorno egli tocca con mano che sugli altri non può contare e si pente ora di non aver sussidiata la lega.4 Alla notizia dell’invasione dei Grigioni, Urbano Vili aveva lanciata in confronto all’ambasciatore imperiale, Savelli, l’idea di un congresso in Roma, nel quale egli intendeva assumere la parte di mediatore, e solo questo. Alle armi si sarebbe dovuto fare appello, solo < mando il congresso non avesse portato ad alcuna decisione. N progetto del congresso non sembrava escluso, perchè da prin- 1 ipio gl’imperiali si arrestarono nella Valtellina. Perciò il 22 giugno l6'-9 i nunzi di Vienna, Madrid, Lucerna e Parigi vennero incaricati d’influire in tal senso sui governi presso i quali erano accre-ditati.* Il nunzio Pallotto s’affaticava a voce ed in iscritto a gua-'Ij'gnare il Gabinetto di Vienna all’idea del congresso, ma colà non si voleva entrare in discussione, prima che le truppe francesi 1 Vedi Kiewning II 213, 214, n. 1; Schnitzek, Zur Politile 210. 2 Vedi Quazza, La guerra I 391 s. 1 Vedi Kiewning II 242; Quazza I 366. Alla fine di giugno vennero licenziati dalla guarnigione di Castel S. Angelo tutti gli stranieri; ì soldati dovevano essere tutti sudditi dello Stato ecclesiastico « eccetto li Romaneschi ». '■irriso 23 giugno 1629 Biblioteca Vaticana). Dal principio di 'jglio arruolamenti di truppe e messa in stato di difesa di tutte le fortezze frontiere dello Stato della Chiesa. (* Avviso 11 luglio 1629, ivi). 1 \ edi Schnitzek, loc. cit. , , , 8 Vedi Kiewning II liv 214, 221, 231. Il * Breve qui ricordato al aunrio di Svizzera in Epist. VI, Archivio segreto pontificio.