La decorazione del palazzo Barberini. 971 tore Costantino.1 Questi non sono più conservati: invece il Palazzo Barberini ha ancora oggi una serie di dieci arazzi, su cui il cardinale ha fatto rappresentare avvenimenti della vita di Urbano Vili.2 Essi raffigurano il conferimento del grado di dottore a Maffeo Barberini, la sua attività sotto Clemente Vili al lago Trasimeno, la sua nomina a cardinale, la sua elezione a papa, la riunione di Urbino collo Stato della Chiesa, la fortificazione di Boma, la consacrazione di S. Pietro, il ritorno della pace in Italia; un arazzo mostra Urbano Vili che riceve degli inviati, avendo alla sinistra la marchesa Matilde, a destra il prefetto della città Taddeo; in un altro il papa implora la protezione dei Principi degli Apostoli contro la peste e la carestia.3 Il palazzo Barberini, il cui arredamento fu curato dal cardinale Antonio Barberini il giovane, con prodigo fervore,1 conteneva ancora molti altri tesori artistici, come risulta dalla descrizione del conte Girolamo Teti. Il primo posto fra essi era tenuto dalla raccolta di quadri, una delle più grandi e più scelte di Boma. Essa conteneva molti quadri di gran valore, come la « Fornarina » di Raffaello, il Clemente VII di Sebastiano del Piombo, il Paolo III di Tiziano, lo Sposalizio di santa Caterina del Correggio; e altresì opere di pittori tedeschi, come la morte di Maria del Dùrer. I più ampiamente rappresentati erano i maestri italiani, fra cui il Perugino, Michelangelo, Leonardo da Vinci, del Sarto, Caracci, D Alpino, Guido Beni, Lanfranco e Sacchi.5 Accanto a molte statue antiche, fra cui un Dio fluviale trovato nei lavori a Castel S. Angelo, il Fauno passato più tardi a Monaco,6 e il busto di Cicerone ora al Museo Capitolino, si potevano ammirare anche opere della scultura modernissima, come il busto in marmo di Urbano Vili del Bernini ed una statuetta equestre in bronzo di Carlo Barberini, opera di Francesco Mocchi.7 Un locale apposito conteneva un’ampia 1 Vedi Orbaan, Documenti 496; Gobel, loc. cit. 419. 2 Questa tappezzeria fu eseguita negli anni 1663—1679. La fabbrica inoltre produsse ancora queste serie: 1° 1627-1630 serie dei Castelli, 6 pezzi; 2° 1630-1641 Vita di Costantino, 5 pezzi; 3° 1637-1642 Giuoco di fanciulli, 5 pezzi; 4° 1643-1656 Vita di Cristo, 10 pezzi. 8 I cartoni, del Romanelli, sono tuttora al completo in possesso della famiglia Barberini. Il principe. Urbano Barberini, che me li mostrò cortesissimamente e mi fornì in proposito dati importanti, pensa di pubblicare su di fissi un lavoro particolare in base agli atti dell’ Archivio di famiglia dei Barberini (* Libri mastri, Filze di giustificazioni etc.). 4 Vedi la relazione di Fr. Mantovani del 12 maggio 1635 in Posse, Sacchi 6, n. 2. 5 Vedi Tetius 17, 153 s. Cfr. Okbaan, Documenti 497 s.; G. Incisa della Rocchetta in L’Arte XXVII 70; De Villa-Urritia, El Palacio Barberini 37 p£LLUTi, I musei d’Italia, Roma 1922, 353 s.; Pollak-Frey 333 s.. 335 s. 6 Cfr. Cassiano del Pozzo in Misceli, di stor. ital. XV (1875) 177. 7 Vedi Tetius 169 s.; De Villa-Urritia 38 s. Cfr. Golzio 20.