548 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo VI. nuovo turbati,1 tanto più che numerosi vescovi avevano dato al Grimaldi delle assicurazioni molto tranquillanti.2 2. Richelieu aveva procurato alla Santa Sede gravi delusioni, grandi dispiaceri, gravi cure, e consolazioni poche, le quali riguardavano solo la sua partecipazione alla riformai delle condizioni ecclesiastiche in Francia. Come in tutti i campi, egli voleva anche di fronte ai numerosi e spesso scandalosi abusi3 del clero introdurre ordine e disciplina;4 ma tutta la sua concezione della Chiesa come di « una delle ruote più importanti nel suo ingranaggio »5 lo rendeva già pregiudizialmente incapace di essere un reni riformatore, così che impedì in molte guise quel rifiorire della Chiesa, che s’era cominciato a sperare. S’aggiunse che il suo moti" d’intervenire era spesso così violento, che doveva piuttosto danneggiare che giovare. Ciò si mostrò anche quando, com’era jria avvenuto del Richer, nel maggio del 1638 sacrificò il suo ami'" di una volta, l’abate di Saint-Cyran, e fiutando pericolo politico, lo fece incarcerare a Yincennes, perchè con ciò procurò a questo giansenista soltanto nuove simpatie e nuovi aderenti.6 Anclic nelle sue tendenze, di per sè molto lodevoli per quanto punì" disinteressate,7 a riformare i vecchi ordini religiosi, specialmente i benedettini, si precluse con le sue violenze la via a successi 1 Cfr. la lettera monitoria a Luigi XIII del 13 agosto 1642, affermai’’ che il comporre i conflitti fra gli Ordini spettava solo alla Santa Sede, e il * Breve al re del 25 novembre 1642. « (Nimis a tuo obsequio alienae sunt uovi' rationes. Galliae orator variis queremoniis Soma se discessurum prof"'> ' fuerat), Epist. XIX-XXI. Archivio segreto pontificio. ''i>111 mente Richelieu a Mazzarino, ivi. 2 Barberini * scrisse perciò a Grimaldi come risposta alla di lui relazi"11' del 13 aprile 1643: « Sia lodata la divina bontà per lo zelo di cotesti ecd*1'1' etici e di V. S. che procurano di restituire la disciplina e dignità ecclesiali' nel suo dovere, nel che V. S. opera molto degnamente. Io m’ingegnerò ' virmi com’ella accenna dell’occasioni de’ beneflcii di Bertagna per tener affetta l’università di teologi, benché tal volta sia molto difficile il poter n ' stere alle raccomandazioni degli ambasciatori e di altri in questa corte »• letti Vili c. 9, p. 460, loc. cit. .,4) 3 Una descrizione particolareggiata in Avenel, Richelieu III , Vedi la nostra Opera, voi. XI 112 s. e XII 324 s. Anche le indicazioni det ^ gliate in Aulagne, La réforme cath. au X VIP siècle dans le diocèse de Limog>’> 1 Cfr. Fagniez II 22 s.; Goyau, Hist. relig. 339. . ¡| 5 Vedi Piiilippson in Pflugk-Harttung, Weltgesch., Neuzeit, p- b-quale rileva che la Chiesa era talmente dominata da divenire un ogget 01 l’amministrazione regia. 6 Più diffusamente al Capitolo VII. 7 Cfr. Lodge, Richelieu 191.