450 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo IV. aveva visto il trattato che la Francia aveva conchiuso alcuni anni prima con la Savoia per la spartizione dei possessi spaglinoli in Italia, nel quale il regno di Napoli era assegnato alla Santa Sede. S’erano sentite anche altre notizie che davano ragione di sospettare. Siccome il papa aumentava le sue truppe e faceva più salde le sue fortezze, ne era derivato il sospetto che egli si preparasse ad una grande guerra. Y’è anche della gente che da espressioni confidenziali tira la conclusione che Suà Santità è di buono o cattivo umori-, secondo che gli affari degli Absburgo prendono una piega buona o cattiva; poiché perfino le cose più segrete non rimangono nascoste ai signori potenti. Voglia perciò il papa evitare le cause di sospetto e prevenire le conseguenze della protesta Borgia col conciliam con Filippo IV. L’unico mezzo per far questo era di entrare nella lega; egli, il cardinale, garantiva in questo caso che con la mediazione dell’imperatore, il conflitto con la Spagna verrebbe composti). Alla fine, Pàzmàny rilevò i pericoli che sorgerebbero qualora il papa si lasciasse sedurre dalle promesse francesi e fornisse così un pretesto alla rottura. Nessuna meraviglia che Urbano Vili fosse colpito da questo discorso. Egli protestò contro l’accusa di sentimenti ostili contro gli Absburgo e rilevò che si eran fatte molte chiacchiere, per li-quali mancava ogni prova.1 Alla fine fece ancora alcune comunicazioni rigidamente segrete, che Pàzmàny non comunica nella sua lettera.2 Da una relazione del Pàzmàny del 9 aprile 1632 risulta che il cardinale ungherese si permise delle espressioni assai forti, se non proprio di fronte al papa, certo di fronte al cardinale Fran- 1 Quali assurde notizie venissero diffuse, è dimostrato dalle lettere allenirne da Koma del 3 e 10 aprile 1632 in Söltl III 292 s., e 295 s. Sopra le presunte espressioni di compiacenza che Urbano Vili avrebbe avuto in i'1"1' fronto del Pàzmàny per il re di Svezia, Pieper ha già dimostrato che ili tut‘" ciò non si trova nelle relazioni del cardinale neppure una parola. « Per teIU ‘ per vera una notizia simile, osserva a ragione Pieper nella sua critica polit. Blätter XCIV 486-488) ci vuole la credulità di uno Söltl ». Anche l'Ki-gorovius (70) dubita di questa notizia, ma ritiene che non può essere in\>n tata del tutto ! Giustamente dice Klopp (III 2, 674): « Come queste mancano delle testimonianze estrinseche, così sono anche intrinsecameli!' 11 tutto inverosimili. È possibile che anche in Roma, come avvenne a molti si lasciassero ingannare dalle affeimazioni di Richelieu e dei suoi sei'11 che la politica francese, colla sua alleanza con la Svezia, aveva assicura -religione in Germania. Inoltre è possibile che il risentimento per la mantovana e gli echi dolorosi di questa, avessero fatto apparire a nio 1 mani la disgrazia delle armi imperiali come una rappresaglia meritai.i-^ idi' peratore intorno al papa, in termini assai forti, ma dalle sue parole n"^ sulta in alcun modo che Urbano Vili avesse avute delle simpatie 1" 1 svedese. Cfr. anche Le man 151 n. 1. 2 Vedi Miller II 151; Hanuy II 319, 331; Leman 152. da un siffatto pensiero alla gioia per i successi bellici degli Svedesi ltl _ sempre ancora un abisso. Pàzmàny ha parlato tanto al papa, come a ^ ^