200 Gregorio XV. 1621-1623. Capitolo IV. diplomatici. Perciò è desiderio vivissimo del papa.che la dignità elettorale palatina venga trasferita al duca di Baviera, dal che deriverà grandissimo vantaggio alla religione cattolica, all’imperatore, alla casa d’Austria, mentre la riabilitazione del ribelle porterebbe solo disastri e rovine. Non bisogna lasciar trascorrov invano una tale occasione, sperata inutilmente per cento anni, di agire in favore della religione cattolica.1 Nonostante la eloquenza di queste rimostranze, il successo in Madrid fu negativo. A Vienna invece le cose presero una piega favorevole. Secondo la descrizione dell’attivissimo nunzio Carlo Carafa, la causa principale che vi concorse fu l’incidente delle-lettere catturate e pubblicate. Tn sulle prime Ferdinando ne aveva avuto tale spavento, che Carafa temette che per evitare maggiori complicazioni lascierebbe cadere tutto. Ma ben presto i suoi sensi mutarono. Appunto perchè i suoi propositi erano ormai palesi innanzi a tutto il mondo, Ferdinando si confermò nella necessità di attuarli. Così la pubblicazione delle lettere ebbe per effetto ili condurre rapidamente a termine la vertenza.2 Sintomo notevole di una politica più energica fu la circolare emanata il 17 giugno 1622 per una conferenza da tenersi in Rati-sbona, che doveva essere non soltanto una semplice riunione dei principi elettori, ma una dieta deH’Tmpero. A suo rappresentante il papa vi destinò in data 3 settembre il nunzio di Colonia.3 Siccome però le trattative per la riunione si dimostrarono assai difficili, si dovette differirla al 1° ottobre.* Avversario tenace si dimostrò particolarmente il principe elettore di Magonza Giovanni Schv>ei* kart, che era pieno di scrupoli. Egli dichiarava che la sua salute e le sue strettezze finanziarie non gli permettevano di viaggiare fino a Ratisbona, e che anche la questione della trasmissione della dignità elettorale palatina non era matura. Manca il consenso della Sassonia e della Spagna. L’Inghilterra assume un atteggiamento minaccioso, essere da temere che si venga ad una guerra con la Germania, per la quale ai cattolici e specialmente ai principi ecclesiastici andrebbe molto male. Tutto ciò verrebbe evitato se non si trasferisse il Palatinato al duca di Baviera, già tanto potente, ma invece al conte di Neuburg, che vi aveva maggiore diritto. Gregorio XV aveva incaricato il nunzio di Colonia, Pietro Francesco di Montorio, ad indurre il principe elettore di Magonza a la- l* « Aguchi al Xuntio di Spagna, vescovo di Bertinoro » (la copia recar «Benevento») in data, 1622 agosto 20, Cod. 33 D. 23 della Biblioteca Corsini in Roma. 2 Vedi Carafa, Relatione 342. 3 * Breve a Ferdinando II del 3 settembre 1622, Arm. XLV 24, A r c h i-vio segreto pontificio. 4 Vedi Gindely, Dreissigjährig. Krieg IV 423.