45 lunge ne porta il profano frastuono del volgo tumultuante e godeate, quivi reca sull’ ale la nota dei sacri cantici solenne, che come la soave armonia d’ un’ arpa notturna si posa sul cuore di chi l’ascolta dalla riva e dalle aperte finestre, mentre la ripeton da lunge gli echi di s. Francesco e Murano. Ma pochi tenderan forse a s'i sacro suono 1’ orecchio, ed ai'più gioverà in piazza la cara orchestra dei suhioti e dei fischi, delle padelle, de’secchi o di qual altro più strambo ¡strumento sapranno immaginare le genti a celebrare le notturne ed ultime esequie al carnovale spirante, allo splendore dei moccoli e al lugubre cantico di el va, el va, ripetuto in coro da lunghe ordinanze di cento e cento persone, che questa sera non hanno altra vocazione o diletto, che mandare strepito e suòno. Ma il vindice tocco della mezzanotte già pende ; alzano il braccio sul risonante lor bronzo i mori inesorabili del-T orologio ; la campana della torre alla distesa e più a lungo che non suole già suona; Y el va, cl iviin un istante si mula nel solenne l’èandà, l’è andà ripetuto con un moto di gioia nel cuore dei mariti, dei padri o di qual altra persona non abbia troppo a lodarsi di certi patrii costumi, I fischi e le urla si rivolgono allora alle maschere che quasi perdute si lasciarono cogliere