L’opera per la salvezza dei trovatelli. 585 scolastico a povere fanciulle,1 che nelle guerre curavano i feriti2 e nei paesi distrutti raccoglievano gli orfanelli,3 non rimarranno da nominare molte classi alle quali non abbiano dedicato la loro opera ili carità. Specialmente la sorte dei trovatelli stava molto a cuore a Vincenzo. Come scrive egli stesso,4 per il loro sostentamento non erano assegnati i sussidi necessari e perciò si era costretti ad affidarli al primo venuto; così la loro sorte era di morire di fame o di miseria o talvolta anche di essere venduti per 30 lire; i compratori che vivevano di accattonaggio spezzavano loro talvolta le braccia o le gambe, per eccitare più facilmente la compassione dei passanti. Vincenzo indusse nel 1638 l’associazione delle Dame di carità ad accogliere una dozzina di bambini in una casa speciale, per me-glio curarli. Poi propose alle dame di estendere la loro cura a tutti i trovatelli. La difficoltà principale stava nella spesa. Come doveva ammettere Vincenzo stesso,5 per 6-7 trovatelli abbisognavano 550 lire; ora si doveva contare ogni anno su una media di 200 o 300 bambini abbandonati in tal modo dalla madre e dal padre, e v olendone salvare annualmente anche solo 50, ciò importava una spesa di 4.000 lire. Questa difficoltà pareva insolubile; Vincenzo stesso si limitò a dire che si doveva fare quello che era possibile. Ma il 17 gennaio 1638 poteva scrivere a Luisa di Marillac6 che in un’affollata riunione di dame della carità non solo non era ■^ato deciso di curarsi di un minor numero di trovatelli, ma addirittura di provvedere a tutti. Anche per quest’impresa si misero disposizione le Figlie della carità7 e la cosa così ebbe il suo corso. La questione finanziaria però costituì sempre una difficoltà permanente. [Nelle strettezze della guerra dell’anno 1647 si arrivò al punto che anche Vincenzo non vedeva via d’uscita. Allora convocò le sue Dame della carità, ricordò loro tutto il bene che avevano fatto per i loro protetti, e dimostrò che le povere creature '¡trebberò andate in braccio alla rovina, se le loro protettrici avessero ritirata la loro mano. « Esse vivranno, se voi continuerete a provvedere a loro con la vostra carità; esse morranno e andranno »remissibilmente in rovina, se voi le abbandonerete ». Queste semplici parole commossero tutti i cuori: così l’impresa venne salvata.8 ‘ Vedi iu Coste i passi, XIV 115 s. " Ivi in agli anni 1653, 1656, 1658. t Ivi V 15. I Ivi XIII 775. ivi 798, è detto che si vendevano «à des gueux huit sols piece... il ne 8>eu trouve pag un geu] en vie depuis 50 ans » eccettuati lmi jc^ie si erano sostituiti presso donne senza figli. Coste XIII 776. ‘ Ivi II 6