782 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo IX. celeste e sopratutto preti fedeli.1 Similmente scrisse Urbano Vili il 14 ottobre 1624 ai Giapponesi cristiani dei cinque regni di Iyo, Agui, Bicchu, Bisen e Farima, deplorando le loro sofferenze, lodando la loro costanza ed ammirando il loro coraggio.2 Al vescovo del Giappone, rispettivamente di Funai, risedente in Macao, Urbano Vili impartì nel 1626 e 1627 un serie di facoltà.3 Contemporaneamente la Propaganda si occupava delle questioni concernenti i matrimoni e gli Ordini sacri giapponesi.4 Allorché il papa nel 1633 abolì il monopolio gesuitico per 1’« India orientale . e così rese libero l’accesso anche al Giappone, egli permise, avuto riguardo alle persecuzioni violente, a tutti i cristiani in Giappone di ricevere i sacramenti da qualsiasi sacerdote.5 Poiché il numero dei missionari, sotto il regime di terrore dominante in Giappone contro i cristiani dal 1625 in poi, si era assai ridotto. Si raccontano cose spaventose sui tormenti che dovevano sopportare coloro che rimanevano fedeli alla loro fede. Nel 1627 venne fuori un nuovo genere di morte: s’immergevano i cristiani nelle sorgenti caldissime di acqua solforosa di un monte vulcanico presso Nagasaki; cosicché le vittime venivano scuoiate vive. A prolungare il tormento non s’immergevano tutti, ma si iinbollentiva.no le singole membra e si ripeteva il martirio quanto più a lungo era possibile. Così alla fine del 1630 il martirio di tre Agostiani, un Gesuita, un laico francescano e due domie portoghesi durò tren-tatrè giorni!6 Allorché nel 1632 il tiranno Fide-Tada morì, gli successe il figlio Yemitsi col titolo di To-Sciogun-sama. Già da con-reggciito Yemitsi aveva perseguitato i cristiani: ora compì l’opera di distruzione. Egli procedette con una crudeltà forse unica nella stona. All’imbollentimento nelle sorgenti solfuree si aggiunse ora. il cosidetto tormento dell’acqua e della fossa: il martire veniva appeso a capo in giù in una fossa e i suoi tormenti prolungati il più a lungo possibile legando strettamente le membra per allentare i flusso del sangue e praticando salassi alle tempie. I più soppoi-tarono questo martirio con incrollabile costanza; ma uno, il P1"' vinciale gesuita Cristofo Ferreira, che aveva lavorato eroica mente per 23 anni nella missione, dopo un supplizio di cinque oh. 1 Vedi * Epist. Ib n. 553, Archivio segreto ponti!' < 11 Cfr. Pagès, llist. de la relig. chrét. au Japon II 320 e Delplace, Le <<'11 cisme au Japon II 200. 2 Vedi * Epist. IV, loc. cit. Cfr. Delplace. loc. cit. 3 Vedi lus pontif. I 62 s., 65 s., 69 s. . 0„_ 4 Così fra l’altro del matrimonio senza sacerdote sotto approvazi°u' 1 tificia (lus pontif. II 123 s.; Cotteci. I 7 s.). 5 Vedi lus pontif. I 145. 0 Vedi Spillmann nel Freib. Kirehenlex. VI2 1253.