296 ANTIVARI grave, arrivati ad Antivari, è quello di venir- sene via. Se per caso vi arrivate quando è già partito il battello, dopo aver attraversato il lago di Scu- tari e proseguito in carrozza da Vir-Bazar, c’ è caso di dover rimanere ad Antivari una settimana, specie in certe stagioni dell’ anno, in cui il mare è agitato e il bacino meridionale dell’ Adriatico non consente ai piccoli vapori di navigare. Meno male che, come al solito, in questi paesi così diversi dai nostri, non manca l’argomento di studio, anche sotto l’aspetto politico. Ho già cercato di mettere in evidenza come in quelle poche case che costituiscono la capitale del Montenegro si svolga, si può dire quotidiana- mente, la politica europea. Ma Antivari, parec- chi anni fa, ha preoccupato anche Sua Santità Leone XIII e il governo austriaco. Appena i cattolici di Antivari, per effetto del trattato di Berlino, passarono al Montenegro, il Principe pensò subito alla necessità di dare loro un vescovo, anche perchè quello di Antivari è stato in tempo antico il primate cattolico per la Serbia: ufficio rimasto dipoi sempre vacante per l’occupazione turca. Sicché anche l’istituzione di un vescovo ad Antivari, consacrato dal Papa, sa- rebbe stata un’affermazione politica. Pensò al- lora il Principe di mandare a Roma il Sundecich,