loti Gregorio XV. 1621 1623. Capitolo III. di missione, non senza però qualche limite. C’è anzitutto l’inquisizione che secondo la natura del problema sorto dall’amministrazione delle missioni, è spesso chiamata a portarvi il suo concorso. Anche la Dataria vi è cointeressata. Pure alla Congregazione dei Riti si passano le pratiche di sua competenza. In confronto degli altri tribunali e delle altre Congregazioni di curia, la Propaganda aveva ricevuto facoltà amplissime. Il segretario Francesco lngoli rimase fino al 1648 l’anima, di Propaganda, mentre come prefetto al Bauli subentrò nell’autunno 1622 il Cardinal Ludovisi.1 Già nella terza seduta dell’otto marzo 1622 si procedette ad una ripartizione del lavoro nelle « provincie di tuttala terra», nel senso che vennero sottoposte al nunzio di Parigi la Francia, al nunzio di Bruxelles l’OIanda, l’Inghilterra, la Scozia, l’Irlanda, la Danimarca, la Norvegia, a quello di Lucerna la Svizzera, l’Alsazia e la Germania del sud-ovest, a quello di Colonia la Germania del nord-ovest, a quello di Vienna la Germania del sud-est con Au-stria-Ungheria, Transilvania, Moldavia e Valachia, al nunzio polacco oltre la Polonia, la Russia, Pomerania, Svezia e Prussia, a quello di Venezia i paesi jugoslavi, a quello di Spagna tutti i possessi di questa Corona, incluse le colonie ei territori di missione, specie dell’ìndia occidentale, al collettore portoghese i possessi di questo regno colla parte delle missioni che stavano nell’india orientale. Per i Balcani, l’Asia Minore e l’Africa del Nord vennero designati appositi vicari patriarcali in Costantinopoli, Gerusalemme e Alessandria. Nello stesso ordine questi territori vennero poi assegnati ai singoli cardinali della Congregazione.* Dalla Propaganda sono ridondate sul mondo delle missioni tali e tante benedizioni che la sua fondazione venne celebrata a buon diritto come un fatto provvidenziale.® La Congregazione divenne il fulcro del movimento cattolico missionario, unico al mondo del suo genere. Come questo anche la Propaganda ebbe carattere universale. L’impronta di questo lavoro mondiale ci è conservata dall’archivio di Propaganda che supera in completezza perfino l’archivio segreto pontificio e accanto ad esso è il più importante di tutti gli archivi romani. In migliaia di volumi esso conserva delle relazioni oltremodo preziose e in maggioranza non ancora sfruttate, per quanto spesso unilaterali: senza queste non sarà possibile di scrivere una storia definitiva delle missioni.4 ‘Vedi Schmidmn loc. cit. 7. Su lngoli cfr. Kilger nella Zeitsehr. für Missionswiss. XII 15. La serie dei prefetti in Moroni XVI 225s., e Akens 12 s. 2 Vedi Pieper nella Róm. Quartalschr. I 263 ss.; Schmidlin loc. cit. 8, Kollmann, Acta I 9 s. 3 Vedi Huonder nelle Kath. Missionen 1922, 66. 4 Sull’Archivio di Propaganda costituito da 6 fino a 7 mila volumi, lia scritto diffusamente anzitutto Pieper nella Ròm. Quartalschr. I (1887) 80 s.,