480 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo V. Frattanto erano però accaduti dei fatti che toglievano ogni speranza al congresso della pace, promosso con tanto zelo dal papa. Il 26 marzo 1635 il governatore spagnuolo del Lussemburgo s’impadronì con un audace colpo di mano della città di Treviri, prima strappata agli Spagnuoli dai Francesi, e trascinò seco come prigioniero il principe elettore von Sòtern, che era divenuto in tutto e per tutto mancipio della Francia.1 Un migliore pretesto per intervenire apertamente nella guerra, come aveva già deciso di fare dopo la catastrofe di N òrdlingen Eichelieu, non avrebbe potuto augurarsi. Già alla fine di marzo per suo incarico il duca di Rotaan, prima capo degli ugonotti, aveva occupata la Valtellina e con ciò tagliate le comunicazioni fra il Tirolo e la Lombardia.2 In aprile Eichelieu ratificò il trattato con l’Olanda e con la convenzione di Compiègne si assicurò l’appoggio della Svezia.3 Mentre venivano fatti gli ultimi preparat ivi militari per l’inizio della lotta, Eichelieu, Luigi XIII e P. Giuseppe assicuravano ai rappresentanti papali che la Francia desiderava solo la pace. « Pere ssa. disse il cardinale con le lacrime a ali occhi, sarei pronto a dare anche un braccio!4» A Parigi si sperava ancora sempre di indurre Urbano Vili a prendere partito. Lo si pressava ad entrare in una lega difensiva italiana e si richiamava la sua attenzione sopra il fatto che gli Spagnuoli, arrestando l’arcivescovo di Treveri, si erano resi colpevoli di lesione dell’immunità ecclesiastica. Nello stesso tempo gli Spagnuoli rinnovavano i loro sforzi per guadagnare il papa ad una lega per la conservazione della pace in Italia e pei indurlo ad agire contro il capo della politica francese, che si era nuovamente alleato coi protestanti.5 Ma Urbano si mantenne sempre al di fuori dei contrasti politici. Egli concesse inveì" il 24 marzo 1634 al re di Spagna una decima per l’importo di 600.000 scudi sui benefici ecclesiastici del Portogallo, Napoli, Sicilia e America, ma solo per appoggiare la guerra dell’imperatore contro i protestanti. Eifiutò però in modo categorico di entrare in una lega antifrancese e resistette con tenacia alle pressioni dell’ambasciatore spagnuolo appoggiato dall’ambasciatore imperiale, i quali pretendevano che si dichiarasse apertamente conti" la Francia. Tutte le minaccie e tutti gli allettamenti non furono in grado di indurre il papa ad abbandonare la sua posizione di 1 Vedi Khevenhüller XII 1770 s.; Siri Vili 220 8.; Baur, Sótem 1 373 s.; II ls. 2 Vedi Kott, Hist, de la représent, dipi, de France auprès des ccinl"' suisses IV 2, 209 s., Laderchi, La campagna del duca di Bohan in Vaiti 111 nell’anno 1635 (1888); Buzzetti, Campagna del duca di Bohan in VaUe“"1“' in Period, d. Soc. stor. p. la provincia di Como XIX (1910). 3 Vedi Fagniez II 199 s.; Leman 520 s. 4 Vedi Leman 496. 6 Vedi ivi 504 s.