630 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo VII. nel decreto contro Copernico, Urbano Vili avrebbe risposto che. se fosse dipeso da lui, il-decreto non sarebbe stato mai emanato.1 Altrettanto assegnamento, come sull’opinione del papa, il Galilei poteva fare sul giudizio del suo amico Eiccardi, che divenne, è vero, Maestro del Sacro Palazzo solo nel 1629, ma già anche ora. quale consultore dell’inquisizione, poteva interloquire con una parola di peso. Il Eiccardi, secondochè veniva riferito a Firenze, teneva espressamente che le opinioni del Galilei, appartenendo unicamente al campo della filosofia, non urtavano contro la fede; egli stesso era ai servizi del Galilei, ma si teneva per ora riservato aifin di poter intervenire più tardi tanto più efficacemente, ove dovessero sorgere difficoltà da parte dell’inquisizione.2 Sul fondamento di tutte queste asserzioni, il Galilei venne a pensare che in Eoma ci fosse una forte corrente a favore di Copernico; solo ch’egli potesse arrecare la prova desiderata in favore del nuovo sistema terrestre, gli sarebbe stato lecito già arrischiare qualche cosa, nonostante il decreto dell’indice. Egli si persuase sempre più di possedere già questa prova nel fenomeno della ma rea: da anni egli pensava ad elaborarla e ad utilizzarla in unione con altri argomenti quale colpo decisivo contro il sistema tolemaico. Tra i suoi amici non vi fu nessuno, che gli facesse rilevare la nullità evidente della sua prova; al contrario, nelle loro lettere s’innalzavano verso di lui, a ciascuna delle sue asserzioni, addirittura nuvole di incenso d’ammirazione, che avrebbero potuto far girare la testa e togliere la chiarezza di vista anche ad uno spirito meno sensibile alla gloria ed alla lode. La prima spinta innanzi fu data dallo scienziato fiorentino nel 1624. A sua richiesta il prelato romano Ingoli aveva nel 1616 in colto le obbiezioni contro Copernico in un piccolo scritto.3 Il Galilei ora ritirò fuori questo per connettervi la sua confutazione di queste obbiezioni;4 una risposta del Keplero allo scritto dell'In-goli potè dargli in proposito qualche indicazione. Il sistema copernicano veniva presentato novamente dal Galilei come del tutto sicuro, sebbene per verità si dicesse ancora, che per autorità so- 1 « Non fu mai nostra intentione, e se fosse toccato a Noi, non si sare > 11 fatto quel decreto ». Il Castelli al Galilei, il 16 marzo 1630, ivi 88. 2 II Castelli in data 26 febbraio 1628, ivi XIII 393 s. Il Magalotti rifer'fi • in data 4 settembre 1632 al Guiducci (ivi XIV 380) un colloquio avuto lui col Eiccardi: « clie io non ero lontano dal credere che se gli anni aduit fosse stato ben ponderato tutto ciò die si poteva considerare in questa arteria, non si sarebbe forse proceduto al far quel decreto (e questo m '' ragionamento me l’ha confessato il Padre Eev."*° e dettomi di più rantemente che si egli fosse stato all’ora in Congregazione, quanto a >' l’avrebbe mai permesso »). 3 Favaro V 403-412. 4 Ivi VI 501-561.