578 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo VI. confraternita, ma non congregazione, perchè altrimenti poteva capitare in testa a qualcuno d’introdurre anche qui la clausura, come era avvenuto nella società di Ginevra. In tale riguardo queste suore dovevano difendersi da ogni cambiamento e dire che il loro desiderio era di guadagnare la corona che Iddio aveva preparato alle figlie di Santa Maria, cioè alla società di San Francesco.1 Ciò nonostante però le sorelle osservavano tutto quello che veniva osservato dagli ascritti agli Ordini. La povertà era molto rigida: voi avete diritto, diceva loro Vincenzo,2 di vivere e di vestirvi, il resto appartiene ai poveri; dell’obbedienza egli diceva addirittura,3 che come un diamante era più prezioso che una montagna di pietre comuni, così la umile sottomissione era più preziosa di tutta una serie di altre buone opere. Su preghiera delle suore* più tardi permise loro che ciascuna per sè potesse fare i tre voti; ma tali voti non le potevano trasformare in suore, perchè mancava l’accettazione di essi da parte della società. Vincenzo aveva la coscienza dell’importanza di queste istituzioni. Lo scopo della società, egli diceva alle sorelle,8 è l’imitazione di Cristo stesso, il quale pellegrinò sulla terra per spargere benefici e per guarire. « Voi avete la fortuna di essere le prime ad essere chiamate ad un esercizio così santo. Dopo le donne che servirono il figlio di Dio e gli apostoli, nella Chiesa di Dio non c’è stata alcuna società per questo scopo ». E anche per le sue sorelle aveva valore quello che egli diede a riflettere 6 alle « dame della carità , che Dio cioè aveva loro fatta una grazia rara e straordinaria. « Sono circa 800 anni che le donne non esercitavano più alcuna pubblica funzione nella Chiesa. Prima c’erano diaconesse a cui spettava l’obbligo di mantener l’ordine fra le donne nella chiesa e 1 « De peur, si le nom de congrégation vous était donné, il s’en trou^ •> qui voulussent à l’avenir changer la maison en cloître et se faire religieux -■ comme ont fait les filles de Sainte-Marie [la Visitazione). Dieu a permis >i11' de pauvres filles ont succédé à la place de ces dames . . . Dites que vous \011 ^ avoir la couronne que Dieu avait préparée aux filles de Sainte-Marie-consentez jamais au changement . . . Mes sœurs, je vous en conjure par ,ml ^ les entrailles de mon cœur ». Conferenza alle sue suore dell’8 agosto in * ’ 1 X 102 s. La parola « Confrérie », non piacque pur tuttavia ad alcune 1 Suore (ivi VII 440). 2 Ivi IX 89. 3 A L. de Marillac, aprile 1630, ivi I 82. .j.g6 1 19 luglio 1640, ivi IX 25 s., cfr. 14. Il 25 marzo 1642 Luisa di fece i voti perpetui con quattro altre; dopo la morte di Vincenzo s intu» l’uso che tutte facessero i tre voti, ma solo per un anno; ivi V 3;>'5, 11 • 6 II 5 luglio 1640, ivi IX 15 s. 6 L’11 luglio 1657, ivi XIII 809 s. Cfr. X 594: «Les histoires ec^te." stiques et profanes ne disent point que l’on ait jamais fait ce que vous ‘l()rim»r Oui, mon Sauveur, vous avez attendu jusqu’à cette heure pour vous une Compagnie qui continue ce que vous avez commencé ».