La rinascenza cattolica in Francia. 565 chi* '•. No tre Dame des Victoires, come ricorda una lapide, aveva posto la prima pietra Luigi XIII l’8 dicembre 1629 in ringraziarne! ro della vittoria ottenuta contro gli ugonotti.1 La cosa più importante però era e rimase il rinnovamento interno, il quale non mancava di fare impressione anche sugli ;iv\ i -ari. Quello che non si trovava presso il clero degenere allo scoppio dello scisma, si trovava ora in quello purificato dalla riforma cattolica: degno esercizio del culto divino e sacerdoti pieni di zolp che sapevano dare consiglio e conforto. Essi sapevano offrire ben altro che i duri e pretenziosi predicanti calvinisti, la cui rabbia contro tutto quello che era cattolico è documentata ancor oggi dalle statue mutilate di molte magnifiche chiese. Ai Francesi il protestantesimo non era mai stato veramente simpatico.- Tutto ciò spiega i successi sorprendenti dei Cappuccini e dei Gesuiti. Alla loro attività missionaria partecipò anche un bum! numero di vescovi. Di Enrico Sponde si ricorda che quando resi u'j la sua diocesi, per dedicarsi completamente agli studi, aveva ricondotta alla Chiesa quasi tutta la sua città di residenza, PamiiTs, che nel 1634, epoca del suo insediamento, aveva trovata quii ' tutta protestante. Con libri di controversia teologica esercitò grande influsso anche (¡io. mi Enrico De Salette, dal 1643 vescovo di Lescar. In un sen.Mi simile svolse la sua attività anche Giovanni Jaubert de Iìat i ..ult, che nel 1630 da Bazas venne trasferito alla sede arcive-sci)\ : • ;> di Arles. Anche i vescovi di Montpellier e Mirepoix si ado-!"'! !'<> con successo per il ritorno alla Chiesa dei calvinisti.3 A lì ■ tua si vigilava che non si facessero concessioni illecite, poiché si sapeva che Eichelieu e Véron, che lavorava per incarico di lui, sarebbero stati disposti a farlo.4 Urbano Vili invece diede volen-tieri la sua approvazione ad una congregazione della Santa Croce P1'' :a; conversione degli eretici.5 Brevi di elogio spedi il papa a distinte personalità, quali Massimiliano di Béthune, figlio del celebre ministro di Enrico IV, al duca Enrico de La Trémoille e e rico Maurizio de La Tour, duca di Bouillon, i quali avevano fatto ritorno alla Chiesa.6 religieux, Parigi 1900, 21 s„ 40, 45, 59, 67, 92, 219, 238, 338, 349, ti. anche Briggs, Barock-ArohiieMur (1914) 167 s. edi Piganiol de la Force, Description de Paris II 4517, 519. I,, i . Weiss, L'antinathie de la France eontre le Protestantisme, in Bull. **•«*!«. 1900; II 91 8., , 'edl PiCOT I 194 s„ 196. . ^'edi sopra p. 534. . Bolla, «Licet omnia» del 3 giugno 1624, Archivio di Stato ln L. 357. 30 g H edi * * Brevi a Béthune del 27 aprile 1624, a De la Tremolile del • )re 1628 e al duca di Bouillon del 20 luglio 1635, Epist. lb, VI e XII,