130 Gregorio XV. 1621-1623. Capitolo III. domenicano Diego de la Fuente, inviato della Spagna, e il cattolico Giorgio Gage come rappresentante dell’Inghilterra. Gregorio XV istituì ima commissione per deliberare sulla vertenza, e il 1° settembre 1621 Gage poteva riferire a Digby che il consenso matrimoniale del papa si poteva ottenere, a condizione che si ridonasse la libertà religiosa ai cattolici inglesi.1 Ma contro ogni previsione i negoziati si trascinarono in lungo, in Madrid nel 1622 l’ambasciatore inglese diceva in un col Infililo con Zuftiga che il De la Fuente lavorava in Roma già, da due anni e non aveva ancora raggiunto nulla. Zuniga consigliò l’ambasciatore rii rivolgersi a Filippo IV, il quale gli fece capire con forti espressioni quanto gli fosse caro quel matrimonio. Digby cercò di guadagnare anche la stessa Infante. Avendo ottenuta un’udienza le parlò dell’amore e del desiderio dell’erede alla corona inglese e la pregò di favorire le sue aspirazioni. Ma l’unica risposta che si ebbe fu: « Ringrazio il principe ereditario per l’onore che mi fa »; e con ciò l’udienza era finita.3 In realtà, fino che Roma non parlava, la vertenza non poteva trovare in Spagna sollecitatori. Già l’il agosto 1621 Gregorio X V incaricò quattro cardinali di dare il loro parere sulla proposta ili matrimonio, com’era stata presentata da Madrid.3 I cardinali la dichiararono inaccettabile, poiché vi si era bensì suffìcentementc provveduto ai riguardi religiosi che toccavano l’infante e il suo seguito, ma nessuna disposizione era prevista in favore dei cattolici inglesi in generale. Ma i cardinali opinavano che il papa dovesse concedere la richiesta dispensa solo a patto che servisse a migliorare notevolmente le condizioni della Chiesa in Inghilterra-Le vaghe promesse fatte nell’anno antecedente da Giacomo I nel senso che le leggi penali non troverebbero applicazione, apparivano insuffieenti. Solo la concessione di completa libertà «li coscienza per i cattolici poteva considerarsi come un motivo sulfi-cente per la dispensa, e quale garanzia ci voleva qualche cosa di più che la semplice parola del re.4 Questo il succo della risposta comunicata il 4 luglio 1622 dal Cardinal Bandini a GiorgioGage. I cardinali erano stati informati che il modo migliore per garantire ai cattolici la piena libertà di coscienza sarebbe stato un atto volontario del re; essi attendevano perciò di sapere che cosa 1 Ivi 230. La persomi ili De la Fuente» fece in Roma la migliore impressione: « È riuscito et a questi miei Signori illustrissimi et a me persona cosi destra, discreta e prudente c piena di ottime maniere che ne siamo soddisfattissimi ». 11 Card. Ludovici il 12 aprile 1623 al nunzio in Madrid (in Ake/.io, L'azione 67). 1 Gardiner IV 333 s. * Cfr. la presente opera, voi. XII 466 ss. 4 Gardiner IV 350 s.