312 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo II. contro La Rochelle.1 L’ambasciatore francese a Roma Béthune era il principale promotore di una pace precoce, e Urbano Vili non aveva nulla in contrario che Bérulle cercasse di farlo surrogare da altri, ma i tentativi fallirono, perchè non si trovò personalità adatta.2 Ma fu sovratutto il papa che cercò in ogni modo d’impedire che Luigi XIII abbandonasse il campo per Parigi; gli faceva dire che sarebbe fatale assentarsi anche per poco tempo; che Richdieu non poteva surrogare il re, che anzi la sorveglianza di costui era malvista ai generali, e che non era da attendersi ch’essi fatici) rii per lasciare alla fine l’onore e la vittoria a Richelieu. Alla regina madre il papa scrisse che sarebbe j)oco onorifico per il re di ritirarsi proprio adesso che la situazione era più favorevole.3 Urbano Vili non fu affatto tranquillo quando Béthune gli lesse una letti la, in cui Luigi XIII assicurava di voler essere in ogni caso presente alla fine dell’assedio, e anzi esaurì tutta la sua eloquenza per convincere l’ambasciatore che il re doveva essere presente, non di tratto in tratto, ma permanentemente. Per quanto Luigi desiderasse di tornare a Versailles per le caccie e per goderne gli : ¿i, al papa riuscì tuttavia questa volta di tenerlo fermo sotto le mitra della città assediata.4 Ben presto però Luigi perdette di nuovo la pazienza e scrisse a Roma di dover ritornare solo per poco a Parigi e precisamente per motivi importanti, i quali però, secondo un rapporto del Bagno del 25 febbraio 1628, non consistevano in altro che nella sua indomabile passione per la caccia. Fu appunto in occasione di una caccia che il re rischiò di essere fatto prigioniero degli ugonotti, ciò che diede di nuovo motivo al papa di raccomandargli il ritorno a La Rochelle. Durante l’assenza del re, t ra sorto infatti il piano di levare del tutto l’assedio della città, perei,è l’imperatore minacciava di soccorre colle armi il vescovo di Verdun, che da lungo tempo era ingiustamente vessato dal governo francese. Grande fu a questa notizia l’indignazione del papi. Bisogna, così scriveva al Bagno, metter fine ai disordini di Verdun, e ciò si presentava possibile, perchè il vescovo voleva abdicare e abbandonare lo stato ecclesiastico. L’assedio invece non doveva essere abbandonato, perchè ciò avrebbe incoraggiato i nemici; il Bagno doveva accompagnare il re al campo nè più staccarsi dal suo fianco senza ordini del papa.5 Urbano Vili ricevette 6 la desiderata notizia sulla conquidi della rocca-forte dei protestanti francesi per mezzo del nunzio 1 * Bagno 15 dicembre 1627, in * Nicoletti 426. ! Ivi 433 s. 8 Ivi 431 s. * Ivi 432. 8 Ivi 441 s. 8 Cfr. i * rapporti di Béthune del 21 e 25 gennaio, 7 e 11 febbraio, 22 marzo-C aprile, e 19 ottobre 1628, Biblioteca di Stato in Vienna- 1